Appunti

4 canzoni per il 4 luglio

4 luglio, gli Stati Uniti festeggiano la loro indipendenza: celebriamo questa giornata scegliendo quattro brani che non sono Independence Day di Bruce Springsteen e che comunque poco hanno a che fare con il patriottismo a stelle e strisce.

Van MorrisonAlmost Idependence Day. Iniziamo da questa, anche se scritta da un nordirlandese ed anche se di fatto si tratta di un lungo fade out più adatto ad accompagnare il crepuscolo che i sogni di gloria. Ma quel giorno è il giorno prima di quello dell’indipendenza, e – Il Sabato del Villaggio insegna – spesso l’attesa è più emozionante di quello che verrà.

Galaxie 500 –  Fourth Of July. Altri che non sembrano aver molto a che fare con la retorica USA, i Galaxie 500. Ma questa storia tristissima che apre il loro ultimo album This Is Our Music (1990), che c’entra qualcosa con il guardare l’Empire State Building da ubriachi, è ambientata proprio quel preciso giorno: «il quattro luglio sono rimasto a casa – canta Dean Wareham in un crescendo allucinato – e ho tirato le tende così da non guardare il cielo, e ho deciso di fare un bed-in ma mi sono dimenticato di invitare qualcuno…».

Pearl JamGrievance. Totale anti-retorica: incazzarsi con la bandiera, perché «you don’t give blood then take it back again, we’re deserving of much more». Sta su Binarual, sono i Pearl Jam che preferiamo.

Simon & GarfunkelAmerica. Dimenticate la rabbia, o i fuochi d’artificio e gli hot dog. Chiudete gli occhi. Godetevi questa spettacolare cartolina pastello, un’avventura a zonzo tra autostop e corriere, per «cercare l’America» attraverso i suoi paesaggi sconfinati, le attese, i giochi con la persona che amate. Uniti, via insieme attraverso un’età dell’innocenza che non tornerà.