Prima di diventare paladino dell’italodisco, Fred Ventura era la voce degli State Of Art, formazione milanese dal sound “palesemente ispirato” al white-funk dei Talking Heads.
A venticinque anni da quei passi mossi nella scena new wave mengeghina (2008), Fred Ventura ha cercato negli archivi, riascoltato i demo incisi dalla sua e da altre band e ha deciso di raccogliere il tutto in un disco: Milano New Wave 1980-83 (Spittle Records).
Non è un’operazione nostalgica. Allora le luci della ribalta erano puntate su Bologna e Firenze, e l’intento dichiarato di questa raccolta è di portare all’attenzione per la prima volta alcuni gruppi milanesi che, come gli State Of Art, mai arrivarono al debutto discografico. Cinque brani ciascuno, rimasterizzati (resi ascoltabili) e consegnati a futura memoria: c’è stata vita anche a Milano, seppur breve.
Si tratta di materiale in molti casi iperderivativo: numi tutelari Joy Division, Cure, Bauhaus, Talking Heads, A Certain Ratio, Cocteau Twins, Contorsions, Kraftwerk (per semplificare: la lista è ben più lunga), cantato albionico. Alcune band si limitavano a tenersi stretti i propri idoli (Other Side), altre a fare qualche passo in più verso la sperimentazione sonora, come nel caso dei Jenunesse D’Ivorie e dei La Maison.
Non mancano certo tracce valide (vedi Jet Two dei La Maison, o la doppietta Downtown / Show Me degli State Of Art), quello che queste band mai ebbero fu probabilmente la perseveranza (non la tecnica), la capacità di personalizzare i modelli e un’opportunità vera di muoversi dal recinto.
Un bel messaggio in bottiglia.
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