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AAVV – Please, Please, Please: A Tribute To The Smiths

Please-Please-Please-A-Tribute-To-The-Smiths-608x608-300x300Never judge a book by its cover, dicevano una volta. E quindi, nel trovarsi in mano questo album tributo agli Smiths, bando agli scetticismi.

Curato dalla American Laundromat, Please Please Please: a Tribute to The Smiths è un doppio che raccoglie venti reinterpretazioni di classici firmati Morrissey/Marr: l’indie che si cimenta con con l’indie per eccellenza.

È una compilation che ha il doppio pregio di rinfrescare la memoria ai fan degli Smiths e di portare alla luce qualche ottima band (nonché un bellissimo e simbolico artwork: i divi del cinema spesso usati dagli Smiths per le loro copertine vs i cappottini vintage e l’eyeliner di questa generazione).

Tipo i Kitten, che aprono le danze aggiungendo a Panic un che di cinematografico e accentuandone la ritmica incalzante (riuscissimo esperimento, soprattutto grazie alla voce di Chloe Chaidez messa in primissimo piano).

Ancora, i Telekinesis (reduci dal bel Twelve Desperate Straight Lines) che rivestono Sheila Take A Bow di carica abrasiva; Sara Lov spoglia Well I Wonder (lato b di How Soon Is Now?) di ogni orpello e ne fa una versione da cameretta cheap e amara; Reel Around The Fountain viene trattata da Doug Martsch come una canzone dei suoi Buit To Spill: delicatissime chitarre wah-wah e voce fragile fragile; i redivivi Wedding Present si tuffano in una rumorosa Hand In Glove.

Ad un certo punto vengono riesumati i Sixpence None The Richer per I Won’t Share You, che in effetti non è mai sembrata una perla, ma in questa nuova veste riesce a splendere di luce propria (sì, loro, quelli della iperglicemica Kiss Me! Come s’era giovani.. e in tv davano Dawson’s Creek). I messicani Chikita Violenta scuotono irriverenti Some Girls Are Bigger Than Others.

Altrove, però, il peso delle composizioni di Morrissey e Marr si fa sentire eccome: basta un nulla per produrne versioni del inutili. Perché in quelle canzoni ci sono un tale pathos e una tale perfezione melodico/formale che serve un bel po’ di fantasia e – soprattutto – di personalità per maneggiarle. Semplicemente, spesso le band presenti in questo tributo ne sono carenti.

Ottima iniziativa, promossa a metà: se voleva essere un test, è stato uno di quelli difficilissimi.

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