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About The Young Idea: i Jam in mostra a Londra

the_jam_somerset_houseVisitando About The Young Idea – la mostra che la Somerset House di Londra dedica ai Jam, aperta fino al 27 settembre – è facile rendersi conto perché il trio Paul Weller / Rick Buckler / Bruce Foxton, al tempo, ha riscosso un successo straordinario in patria e lì gode ancora oggi di una assoluta venerazione popolare e perché non si è mai trattato di un vero e proprio successo mondiale.

Anche solo osservare il pubblico è uno spettacolo nello spettacolo: mod di tutte le età si accalcano nelle strette sale dell’ala est della Somerset House, praticamente in pellegrinaggio, e in un attimo ci si ritrova circondati da parka, polo Fred Perry e tagli di capelli improbabili.

Ma aggirandosi tra le teche colme di qualunque cosa – si va da reperti della carriera pugilistica di John Weller ai quaderni che il piccolo Paul riempiva di disegni fantasticando di personalissime odissee mod, ma anche di testi di canzoni (sue, le prime, ma anche classici soul/r&b che poi inciderà con i Jam) -, tra una video istallazione e l’altra, tra abiti di scena appesi al muro, strumenti, memorabilia, testimonianze di gente del calibro di Noel Gallagher e Graham Coxon (per citarne due a caso), si coglie che il punto è un altro e trascende l’iconografia mod.

I Jam hanno perfettamente incarnato – musicalmente e culturalmente – la transizione sociale ed estetica compiuta dall’Inghilterra a cavallo tra gli anni ’70 e gli ’80 del millennio appena trascorso, al punto che, al culmine dell’avventura, Weller sentì di non poter portare oltre la sua prima creatura, diventata del tutto inadatta all’orizzonte di aspirazioni che avrebbe inseguito nel nuovo decennio.

Lo scioglimento dei Jam nel 1982 fu un evento sensazionale e per certi versi traumatico, come dimostra il sondaggio di fine anno condotto dal New Musical Express e fieramente esposto al termine dell’esposizione.

Nella sua breve e folgorante vita, la band ha mantenuto una caratteristica che ha contribuito a distinguerla da ogni altra formazione emersa dalla spigolosa scena punk del ’77 e a farne, a conti fatti, quella dal mito più duraturo (ad esclusione, probabilmente, dei Clash): non solo la loro narrazione era profondamente radicata nel tessuto sociale inglese, mai Jam non hanno mai tagliato i ponti con la tradizione musicale britannica.

Anzi, spesso e volentieri le loro canzoni spigolose – i cui testi tante volte richiamavano alla mente lo stesso ideale di british life che i Kinks padroneggiavano nei ’60 -, finivano per suonare stranamente familiari: Start! ruba il celebre riff di Taxman, The Modern World pesca a piene mani da Pictures Of Lily, per non citare brani come English Rose, o Town Called Malice (perché nel DNA inglese si annida anche il r&b americano, è innegabile); veri e propri earworm, che al tempo hanno reso i Jam appetibili ad almeno un paio di generazioni e continuano su questa via.
Qualcosa del tutto alieno all’orizzonte in cui si muovevano (ad esempio) i Clash, i Sex Pistols e i Buzzcocks.

About The Young Idea espone l’estetica, l’origine, l’evoluzione, gli ideali del fenomeno ma lo fa senza mai dilungarsi: più che spiegare, mostra (moltissimo); allo spettatore pagante (9£) trarre le conclusioni.

(tutte le info qui)

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