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Alvvays – Alvvays

Alvvays - AlvvaysÈ la settimana giusta per domandarsi: c’è un disco fresco e nuovo che mi ha particolarmente colpito nel 2014?

La risposta è: il primo disco degli Alvvaysband di Toronto, che ha fatto uscire uno dei migliori dischi estivi dell’anno scorso.

Appena l’ho ascoltato sono stata investita da quella vena indie rock che mi mancava da un po’, niente da dire.

Pitchfork ha eletto (in modo indiscusso, a mio parere, ovviamente) Archie, Marry Me come uno dei migliori singoli senza tempo prodotti nell’ultimo anno. E se ascoltate tutto l’album gli Alvvays sono riusciti a creare un mix perfetto dalla ballabilità alla voce di Molly Rankin attraverso tutte le introduzioni dei pezzi. Ogni volta che parte un pezzo del disco si crea il benvenuto per l’ascolto e la musicalità perfetta, una cornice pop ma un tono serio e concitato allo stesso tempo.

Al secondo posto nella scelta dei pezzi probabilmente Adult Diversion: primo singolo e il primo pezzo che mi ha fatto capire come mai mi sono piaciuti da subito gli Alvvays. I riferimenti a band come Sonic Youth sarebbero scontati.

Ci ho impiegato un po’ ma poi ho capito che era come ascoltare la voce di Dee Dee Penny nei primi album delle Dum Dum Girls e – allo stesso tempo – riconoscere quella capacità di raccontare storie tipica dei Belle And Sebastian.

Con batteria e chitarra incalzano sempre, con forza, al momento giusto.
Poi ho anche scoperto che Molly Rankin ha alle spalle esperienze di apertura di concerti ai The Pains of Being Pure At Heart e, insomma, tutto torna.

Proprio grazie ai testi mi sono appassionata al terzo pezzo che vi consiglio: Atop Cake. Immagini e metafore semplici ed essenziali che raccontano la realtà. Che hanno a che fare con quello che pensi quando ti alzi al mattino, quando ti fermi un attimo, quando sei in difficoltà, quando tiri le somme o segni i pro e i contro di una relazione.

C’è una bella intervista su Interview Magazine in cui la cantante spiega esattamente il punto fra amaro, ironia e reale: «e anche se una parte dei testi ha un tono cupo e patetico, è da prendere con leggerezza (e ironia). Non è per nulla un diario, ma i testi fanno tutti riferimento a situazioni reali» (leggetevi qui tutta l’intervista)

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