Appunti

Amy Winehouse – A Family Portrait

Amy Winehouse A Family Portrait

È difficile parlare di un’artista molto discussa. Amy Winehouse, A Family Portrait è piccola come mostra: è il racconto di una persona amata, di un familiare, di qualcuno che conosci da sempre e che vuoi far ricordare, per sempre.

This is a snapshot of a girl who was, to her deepest core, simply a little Jewish kid from North London with a big talent who, more than anything, just wanted to be true to her heritage (Alex Winehouse)

A Family Portrait è un progetto nato quasi tre anni fa, a Londra, con la cura del Jewish Museum of London e la volontà di Alex, il fratello di Amy. Da allora sta facendo il giro di tutto il mondo fino ad Amsterdam – dove l’ho vista io quest’anno (2016) – sempre e soprattutto all’interno dei musei ebraici delle principali città.

Amy Winehouse A Family Portrait Amy Winehouse A Family Portrait

All’inizio della mostra è il racconto del fratello che permette di capire chiaramente quale sia l’obiettivo principale: dare una nuova prospettiva, o meglio – una nuova prospettiva possibile – su un’artista complessa come Amy Winehouse e sul percorso di vita che l’ha portata a essere conosciuta da parte di tutto il mondo. E il tutto parte proprio dalla famiglia, la storia di una famiglia ebraica, a Londra, delle influenze personali – come la nonna – di quelle caratteristiche e di quegli oggetti che in realtà la rendono simile a moltissimi di noi.

Per esempio la passione per gli anni ’50, con il loro make up aggressivo, abiti femminili, vintage e mood quasi rockabilly che ci è rimasto come ricordo di tutte le sue performance. Grazie a A Family Portrait ho scoperto anche il gusto rilassato e abitudinario che aveva per le parole crociate, l’abitudine di tenere e nascondere alcuni libri sugli scaffali, le zone di Londra preferite come Camden – tra le più conosciute – o il maglione delle elementari, tenuto come ricordo per anni, nell’armadio.

Tra i ricordi emersi più volte dopo la tragedia, e che aiutano a capire il perché di molti testi, il perché dell’attitudine di Amy Winehouse, c’è il saggio scritto per la richiesta di ammissione alla Sylvia Young Theatre School, nel 1997, dove ha iniziato le prime lezioni di canto. Qualcosa che non può essere spiegato in forma verbale a un’altra persona fino a quando non lo avete letto. Qualcosa che ognuno di noi pensa del proprio futuro quando si ha 13 anni, ma che i più dimenticano con l’età adulta: la passione irrefrenabile per creare qualcosa di grande e, forse, magnificamente impossibile.

I have this dream to be very famous. To work on stage. It’s a life-long ambition. I want people to hear my voice and just… forget their troubles for five minutes. (Amy Winehouse)

Amy Winehouse A Family Portrait Amy Winehouse A Family Portrait

Per me è sempre stato complicato apprezzare Amy Winehouse, però questa mostra mi ha aiutato a “riappacificarmi” con lei. Non ho mai avuto dubbi o difficoltà nel relazionarmi con la storia della morte e le complessità della sua vita da artista degli ultimi anni. Però l’idea, anzi, la consapevolezza di una passione nata fino da quando aveva 13 anni, le foto di famiglia e degli amici più intime, rendono più chiara la vita di una persona.

Spesso siamo abituati a ricordare le foto di copertina o dei rotocalchi che raccontano, in modo artificialmente intimo, la storia di un artista, del suo percorso e del suo passato. Il racconto non romanzato, realistico e umano, della crescita di una persona spesso viene raccontato solo dopo la sua morte.
È un vero peccato, ma una motivazione in più per scoprire quale sarà la prossima meta di questa mostra e non perdersela.

Amy Winehouse A Family Portrait Amy Winehouse A Family Portrait

Amy Winehouse A Family Portrait

Images from: “Amy Winehouse: A Family Portrait” exhibition – Credits ph: Little Mag Online, The Contemporary Jewish Museum, San Francisco.

0 comments on “Amy Winehouse – A Family Portrait

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *