Dischi

Baustelle – Fantasma

untitledOra: ci sono alcuni dischi, o autori, che pur non rientrando tra le cose che mi piacciono davvero, riconosco essere grandi momenti artistici.

Ci sono poi altre cose che considero semplicemente un grosso abbaglio, per quanto collettivo (tipo, i Doors).

Quindi tanto vale dirlo subito: il nuovo lavoro dei Baustelle, per quanto mi riguarda, nella prima categoria.

Perché se dovessi prenderlo così com’è: no.

Troppo barocco, troppo smaccatamente ambizioso, pomposo (e poi i miei Baustelle preferiti sono quelli – diciamo così – assimilabili ai Pulp, o al Battiato de La Voce Del Padrone).

Però.

Però Fantasma è uno sforzo, un passo coraggiosissimo (arrivato certo quando i Baustelle finalmente potevano permetterselo): indaga con piglio da Nosferatu – via – Morricone questo mondo orribile.

E no, nemmeno sono uno di quelli (tanti) che pensano che Bianconi sia troppo ambizioso nella sua favella, nelle sue rime, con le sue citazioni colte.

Anzi benvenga, perché all’ignoranza preferisco la conoscenza, a chi si nasconde chi esce a testa alta così com’è, ad una colonna sonora messa su così, perché si deve, una con tutti i crismi.

E quindi, voi che di Fantasma sapete già tutto, sappiate che io l’ho ascoltato, più volte, e forse lo riascolterò. E che è grandioso, e spaventosamente difficile (anche se verrà fagocitato in questi tempi veloci). Ma non certo perché astratto ed elevato, bensì perché concreto, lieve, vero e fragile come una farfalla (zombie, in questo caso). Poderoso nel suo aspirare.

Ma nulla potrà sostituire i Baustelle più più pop, e quel loro modo di frustare a suon di melodie immediate.

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