Dischi

Beach House – Bloom

beach_house_bloomLeggere l’ennesima recensione su un disco e scoprire che ascoltando Bloom a tutti, ma proprio tutti, sono venute in mente parole comuni: magia, tramonti, sere d’estate e dream pop.

E infatti c’è davvero poco da fare, l’ultimo disco dei Beach House è davvero magico. È la caratteristica tipica – e unica – di quei capolavori che fanno volare il tempo, bloccare le azioni, cambiare – poco o molto – il mondo attorno a voi.

Una delle prima tracce emerse da Bloom è stata Myth, probabilmente la più diretta, la traccia di apertura, che richiama e anticipa il lieve ondulare che ci sarà in tutto il disco: da Lazuli fino a On The Sea, madre dei racconti, dei pezzi nostalgici da ritrovare all’improvviso, cantati a notte inoltrata su un palco al buio in piena estate. Lazuli secondo me è uno dei pezzi chiave e si apre con una filastrocca senza parole, una nota dietro all’altra e avanti la seguente, un piccolo mondo circolare che racchiude e semplifica l’approccio a tutto il disco, i morbidi crescendo sono i passi e il percorso di questo mondo creato perfettamente per tutti.

Mi piacerebbe pensare che con l’ascolto di qualsiasi disco ci sia la possibilità di fare con Bloom: di percepire quel lieve mantello di immaginazione fuori dal vostro corpo, ogni singola situazione associata a un pezzo musicale. Come quelle mattinate in cui salendo su un autobus scorgete il profilo di una ragazza e intuite, fino a vedere materializzato all’orizzonte, quello che sta pensando.

Prendete Wishes con la morbida voce di Victoria Legrand che vi porta in un semplicissimo motto “Wishes on a wheel / How’s it supposed to feel?”. Si gioca tutto intorno a delle piccole grandi verità e proprio per questo le collegherete sicuramente a qualcosa di vostro: da quell’istante in poi non saranno più le stesse. Sta a voi scegliere se lasciare che siano solo suggestioni o qualcosa di più.

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