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Beady Eye – Different Gear, Still Speeding

Beady-Eye-Different-Gear-Still-Speedingkleiner-300x300Bono, in tempi non sospetti, disse che gli Oasis hanno scritto almeno un paio di dischi che rappresentano una valida ragione per alzarsi dal letto la mattina. Non è difficile intuire quali.

La verità è che la musica degli Oasis ha sempre parlato alla pancia delle persone.

Ha dato voce agli istinti. Alle incazzature, alle sbronze, alla frustrazione di quando una donna se ne va, o alla timidezza di dire ad un amico che davvero gli vuoi bene, alla gioia di vedere la tua squadra che vince al 90′, alla soddisfazione di mandare tutto e tutti a farsi fottere, una buona volta. All’egoismo e alla strafottenza. Il tutto con un ottimismo sfrenato ed irrazionale.

Ovviamente rubacchiando, sottraendo, non inventando quasi nulla. I Gallagher hanno sempre detto: noi siamo così, non sappiamo fare altro. Prendere o lasciare. Musicalmente e umanamente, o li si odia o li si ama.

E infatti. Gli scazzi ed il malanimo tra i due erano veri, e la storia nota, rotta quasi sul più bello quando si erano rimessi in pista. I Beady Eye proseguono quel discorso interrotto, ma senza uno dei migliori songwriters degli ultimi 20 – 30 anni.

Different Gear, Still Speeding è senz’altro un disco gagliardo e convinto (prima ancora che convincente), tutt’altro che una porcheria come era legittimo aspettarsi (anche perché, diciamolo, Bring The Light non è stato un gran biglietto da visita). Vive di alti e bassi, e inevitabilmente risente di più di una crepa nella scrittura. Ma è britrock di origine controllata che è un piacere ritrovare.

Noel certo però certe cose non le avrebbe lasciate passare, come il furto a My Generation di Beatles And Stones o The Roller, che altro non è che la riscrittura di Instant Karma! (ma è anche uno dei pezzi migliori).

Insomma, affidare le chiavi di casa a Liam comporta un inevitabile furto alla dispensa (i canzonieri altrui), questo lo si era intuito già nei dischi degli Oasis, Andy Bell e Gem Archer ci mettono del loro per non rendere il tutto già sentito. Il fatto che in veste di co-produttore (insieme alla band) ci sia il nome di Steve Lillywhite, in questo senso, poco pesa.

Different Gear, Still Speeding poggia comunque tutto sulla splendida prova vocale del Gallagher jr. (The Beat Goes On è uno dei migliori esempi): un ulteriore passo avanti rispetto alla pure ottima performace di Dig Out Your Soul. Più in generale, è lui l’ovvio motore di tutto (e già lo era stato non cedendo alla tentazione dorata della carriera solista), è il fratellino testamatta che si (ri)mette in gioco, apre un album con un bel calcio al passato e uno schiaffo al parente ingombrante (Four Letter World) e dimostra di avere almeno in parte imparato il mestiere (anche se più da Lennon e Ray Davies che da Noel).

Ora si aspetta la reunion degli Oasis, ma prima il disco solista di Noel Gallagher.

I Beady Eye intanto non deludono. Ma la domanda (inquietante) è: come si potrebbe deludere, partendo da aspettative tanto basse? Stiamo pur sempre parlando di quattro ottimi musicisti, che avranno certo il difetto di copiare il compito, ma a differenza di molti altri hanno il buon gusto di farlo dai primi della classe.



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