Appunti

I Beatles dal basso

paul-bass-1Beatles sono una continua fonte di sorprese: anche al centesimo ascolto, in ogni loro composizione può essere scoperto un nuovo dettaglio, qualche diavoleria mai notata prima.

Ovviamente posso ben capire chi, armato di registrazioni ufficiali e bootleg, ha fatto del famoso libro di Ian McDonald un specie di ragione di vita.
Ma la mia ultima sbandata è molto più semplice e prescinde dalla tecnica che c’è dietro tutte quelle creazioni.

Paul McCartney e il suo inconfondibile Höfner sono quotidiana fonte di ispirazione per centinaia di bassisi, esperti o alle prime armi.

Con quello strumento il Macca ha creato puro groove (Come Together), ha scandito – in un inestricabile gioco d’incastri con la ritmica di Ringo (è bene ricordarlo: non un incapace ma uno che lavorava per sottrazione) – il suono dello sbarco negli USA (I Want To Hold Your Hand), ha sporcato di protopunk l’Album Bianco (le corde frustate sul canale sinistro di Helter Skelter), ha accompagnato dolcezze di fronte alle quali persino Frank Sinatra ha dovuto arrendersi (Something).
Ovviamente, ha continuato a dispensare tutto questo (ed il suo istinto melodico, ogni tanto sconfinante nello stucchevole) da solo e con i Wings (ad esempio: Silly Love Songs, Coming Up – o era Jimmy McCulloch?).

Ecco quindi in nessun ordine particolare alcune canzoni dei Beatles che vale la pena ascoltare anche “dal basso”…

Paperback Writer
Anche solo per come entra lì sulla destra, con una COSA che non avrebbe sfigurato anni dopo su Space Invaders.

And Your Bird Can Sing
Quante note piazza McCartney qui? Cento? No ma pare, è una corsa frenetica dietro alla chitarra acidissima, una specie di caleidoscopio dalle sole tonalità viola (acido, ovviamente).

Lucy In The Sky With Diamonds
Durante la strofa il basso suona come una manciata di passi incerti nel buio, poi nel chorus (dopo lo stacco di Ringo), all’unisono con la chitarra di George e, ancora, piccoli saltelli di gioia drogata prima di tornare al barcollare cavernoso dell’inizio.

Lady Madonna
Compresso sul lato sinistro, McCartney contribuisce alla propulsione ritmica di uno dei brani più negri dei Beatles (peraltro, suo) e la scala discendente che suona nel bridge fa storia a sé.

The Ballad Of John And Yoko
È il racconto della fuga d’amore di John e Yoko, respinti da Parigi e approdati a Gibilterra per sposarsi e poi via ad Amsterdam per la luna di miele più famosa e stramba mai vista (la famosa settimana di bed-in all’hotel Hilton).
Incredibilmente (non tanto dal punto di vista tecnico, quanto sotto il profilo umano visti i rapporti tra i due a quel tempo), questa canzone è stata registrata da Lennon e McCartney da soli, e il basso di Paul – appiccicosissimo – è il suono esatto di quel tira e molla geografico e mediatico. Il risultato? Un singolo scandaloso (infilare Yoko nel titolo? Pazzesco. La copertina del 45″ con i Fab Four + la giappa? Pure peggio), ovviamente primo in classifica.

Taxman
Ripreso (…) dai Jam su Start! molti anni dopo, questo riff dà un benvenuto martellante e folle: ladies and gentleman, ecco a voi Revolver, l’album più grandioso della storia. E per non farsi mancare nulla, è di McCartney (e non di Harrison) il travolgente assolo di chitarra.

Ob-La-Di, Ob-La-Da
Si, universalmente riconosciuta come una delle canzoni più frivole dei Fab Four (ma il quadretto esistenziale che dipinge non lo è affatto), e per di più la ritmica bassa oscilla sempre attorno alla stessa figura, però… però è la Giamaica, è il 1968!

Help!
Tu-tutù, tu-tutù e non molto altro. Ma se questa paranoia post adolescenziale di Lennon diventa in 10″ un classico da pista da ballo è merito (anche) di quello che s’inventa McCartney: il basso detta esattamente il tempo di piedi che si agitando e mani che si uniscono, il suono della liberazione giovanile dei ’60.

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