Dischi

Blondie – Pollinator

Ascoltare un album dei Blondie è sempre stato come sintonizzarsi su una stazione radio fantastica, dove passano un sacco di pezzi incredibili uno dietro l’altro: Pollinator non fa eccezione, anche se arriva a molti anni e molti chili dall’epoca d’oro di una band che è stata la quintessenza di un movimento capace di unire le discoteche più glam ed i vicoli più sudici di New York.

Per ovviare all’ispirazione comprensibilmente affievolitasi sotto il peso del successo e dell’anagrafe, Debbie Harry e Chris Stein si affidano per lo più a collaboratori esterni, dimostrando se non altro di saper scegliere molto bene.

Dalla loro penna escono solo due brani, peraltro degni di nota, Doom Or Destiny e Love Level: la prima è l’apertura ruggente di Pollinator e dà subito l’impressione di trovarsi alle prese con un album (se non altro) molto convinto, complice anche la voce di Joan Jett; la seconda sembra voler rievocare The Tide Is High – con un bel lifting – e si risolve in un lungo ammiccamento tra Debbie e l’attore John Roberts.

Tutto il resto di Pollinator è scritto da altri: da Johnny Marr a Dev Hynes a.k.a. Blood Orange, da Nick Valensi degli Strokes a Dave Sitek e Sia; gente che più o meno involontariamente se n’è uscita con brani in perfetto stile Blondie e sui quali la voce di Debbie Harry non smette nemmeno per un istante di flirtare, farci il solletico in un privé affollato, prenderci per mano e portarci sulle montagne russe nonostante la paura, o – ancora – cinguettare finta innocenza.

Alcuni risultati sono molto buoni (Already Naked, My Monster, Too Much, When I Gave Up On You), altri ancora di più e potranno essere spacciati per classici tra qualche decennio (Fun, Long Time, Too Much): tutta roba, comunque, che azzera ogni domanda sul che ci facciamo con un disco dei Blondie nel 2017 e a chi mai possa essere rivolta, oggi, la loro musica.

Pollinator è un bel regalo a prescindere, come bigiare a scuola o a lavoro e godersi un pomeriggio di inattesa libertà semplicemente gironzolando senza meta in macchina, con la radio a tutto volume