Dischi

Boards Of Canada – Music Has The Right To Children

Twoism aveva catturato le attenzioni della Warp, che il 20 aprile 1998 buttò sul mercato Music Has The Right To Children, a tutti gli effetti il debutto dei Boards Of Canada sulla lunga distanza.

Una certa parte di mondo, improvvisamente, venne messo di fronte ad un orizzonte che fino ad un momento prima sembrava impensabile; scavando più a fondo, ci si rese conto che Michael Sandison e Marcus Eoin non avevano inventato poi nulla di strabiliante: piuttosto, avevano preso stilemi e linguaggi tutt’altro che inediti e li avevano permeati di una sensibilità sconosciuta, li avevano inzuppati nella loro fratellanza meditabonda ed in una sorta di isolazionismo regressivo che – se guardato da troppo vicino – in effetti metteva i brividi.

Beat di matrice funk, sincopi hip-hop, echi, interferenze, strumenti scordati, pattern che deragliano all’improvviso, timbriche discordanti e oscuri sample che fluttuano sotto la superficie delle cose: negli oltre 70′ di Music Has The Right To Children non c’è alcuna concessione alla componente più fisica del suono, a nessuno verrebbe mai in mente di farli nemmeno avvicinare ad un dancefloor.

È piuttosto il viaggio di una vita intera, percorso al contrario da adulti, magari nel momento stesso in cui la botta di morfina sale ad intorpidire i muscoli lasciando la mente libera di vagare attraverso l’innocenza perduta, contemplandola e rimpiangendola.

Il suono distaccato dei Boards Of Canada, quindi, non è semplicemente lontananza e noncuranza per il movimento (altrimenti ci troveremmo di fronte a Brian Eno e stop), ma è un distacco soprattutto emotivo – esattamente lo stesso con cui Marcus e Michael divoravano i documentari del National Film Board Of Canada, lasciati davanti alla tv dal padre in quel di Alberta, prima di far ritorno nella nativa Scozia – e si farà ancora più inquietante nelle successive uscite (su tutte Geogaddi).