In onore del compianto John Peel, ogni anno la BBC invita una personalità del mondo della cultura a tenere un discorso su un argomento correlato alla musica e/o alla comunicazione: è la John Peel Lecture, quest’anno affidata a Brian Eno (trasmessa ieri, la trovate qui).
Con l’occasione, il Guardian ha pubblicato un articolo dal titolo inequivocabile (How John Peel created our musical world), che vi spiegherà – ancora una volta – quanto fondamentale sia stata la figura di John Peel e il perché di tanta deferenza.
Ancora: vi abbiamo già raccontato del John Peel’s Archive, è stato quando Don Letts ha avuto occasione di rimestare tra migliaia di dischi una volta appartenuti al leggendario dj e raccontare le commistioni tra la scena punk londinese di fine ’70 e la musica dei rude boys giamaicani.
Ora un nuovo episodio della serie Record Box porta tra lo spazio che fu di Peel proprio Brian Eno (barbetta bianca e occhiali, in tutto il suo splendore di quasi settantenne): ovviamente non è una coincidenza.
La puntata integrale è in ascolto sul sito della BBC Radio 6 (per i prossimi 28 giorni); qui sotto un estratto video.
In compenso, sul portale dell’Archive troverete tutto quanto scelto da Eno: dai Velvet Underground («ricordo di averli ascoltati per la prima volta nel suo show su Radio London, quindi nel periodo pre-BBC; dev’essere stato il 17 agosto 1967… nessuno suonava i Velvet Underground in Inghilterra allora! Non ricordo quale traccia suonò, ma andai a comprare il disco e per un sacco di anni non ho conosciuto nessuno che lo avesse…») a Captain Beefheart, Richard & Linda Thompson, ma anche gemme oscure come Bob B Soxx and the Blue Jeans (prodotti da Phil Spector ad inizio ’60) e roba che solo uno come lui potrebbe in fondo pescare: AMMmusic (per stessa ammissione di Eno, una specie di sega mentale d’improvvisazione post-jazz rumorista – da qualcuno considerata una pietra miliare) e Silver Apples (già meglio, si tratta pur sempre una band finita nel dimenticatoio dopo essere stata condannata a pagare un sacco di soldi alla Pan AM per aver messo sulla cover del loro secondo disco – Contact – la scena di un incidente aereo).
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