Tranquillo Lucio, tutto perdonato.
Ti perdoniamo per avere lasciato all’improvviso Bonetti (che chissà se senza di te è più tornato a Berlino),
per aver lasciato un po’ più solo il tuo amico Francesco (addirittura in compagnia di Luciano),
ché poi lo sappiamo che ti divertivi un sacco quando facevi gridare a lui ..bella figa!,
per le Tremiti e lo yacht,
per i capelli un po’ imbarazzanti (oggi ce n’è oggi uno che sta messo peggio: fa il commissario tecnico della nazionale),
per avere lasciato un po’ più soli noi,
a girare in tondo in Piazza Grande
o in questa Milano, che ti fa una domanda in tedesco e ti risponde in siciliano,
e in Buenos Aires non si sta mai davvero sereni.
Tutto perdonato: ti dedichiamo un pensiero oggi che nascevi e non tre giorni fa che te ne andavi.
È perché ogni volta che ti ascoltiamo (confessiamo che non capita spesso ma) ci sentiamo come bambini stupiti,
frastornati tra gorgheggi primordiali e spontanei
e come innamorati appena abbandonati
e come capitati in una città nuova
e come alla prima sega,
come appena nati.
Insomma ci hai offerto una bella festa e poi la festa è andata avanti – giù in via D’Azeglio, in tutta Bologna con le sue finestre aperte e la musica verso la strada.
Ci piacerebbe raccontarti che da quando sei partito ci sono grosse novità, ma non è così: i furbi e i cretini sono ancora qui, quasi che ancora ognuno non fa l’amore come gli va.
Ma ecco, non ti preoccupare che ce la caveremo – vogliamo esserne convinti almeno finché qualcuno affiderà i propri desideri e certe malinconie ad una tua Canzone -: riusciremo ad attraversare il bosco ma tu… Non Andar Più Via.
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