Dischi

Chewingum – Nilo

GARR019-CHEWINGUM-Nilo_72_RGB_800x800-300x300Ad un primo ascolto, pare molto difficile trovare i Chewingum sbarazzini degli esordi (La Seconda Cosa Da Andare, 2008) in questo Nilo.

E’ una cosa buona: è come se non fossimo più abituati a certi salti, nella musica.. come se le band dovessero trovare un proprio suono e cristallizzarlo lì. E’ un’idea pigra e comoda.

Nilo arriva via Garrincha Dischi ed è abbastanza sconvolgente e positivamente fuori di tesa. Prodotto divinamente, mette da parte il lo-fi, e – per la maggior parte delle volte – le chitarre acustiche di allora, a partire dall’apertura Atlantic City, puro funky logorroico con codazzo finto spensierato («I feel so lonely / I’m feeling so good»).

Di lì è un susseguirsi di gommosità elettroniche e spesso delicate, mai davvero immediate, che ogni tanto virano sul pesante (Svastiche, Oregon Ghiacciai – con Maria Antonietta) e ogni tanto sbandano paurosamente su una specie di funky sintetitco e scatenato (Il Neorealismo Del Lunedì): in generale Nilo è un frullatore impazzito, che mischia Pasolini (I-Love), hip-hop, reggae, elettronica più o meno cheap e quasi qualunque folgorazione pagana possibile.

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