Un viaggio in India fa bene all’anima. Riconcilia con l’Universo, e il contrastro micro/macro cosmo vi sembrerà esplodere in mille pezzettini colorati.
Incontrete un’umanità straordinaria, parlo per esperienza personale.
Laggiù però di cose che a noi occidentali potrebbero far storcere il naso ce ne sono parecchie. (Tra cui:) il traffico infernale, il caldo opprimente, il cibo assurdo per tutta la permanenza nel continente, e Bollywood con le sue pellicole infinite e le sue caratteristiche pacchianerie.
E poi, vi piace il ritmo panjab? Perchè lì è ovunque. Esce dalle auto, dalle radio nei bar, nei centri commerciali. Sarà la colonna sonora delle feste in cui v’imbatterete. Insomma, fatevene una ragione e non dite che non ve l’avevamo detto. Avete danzato fino alla morte Mundian To Bach Ke? Ottimo, noterete che era un ritmo tradizionale annacquato nella dance usa e getta.
Ma magari siete tipi un pò più rock’n’roll ed etno-oriented e allora, carissimi, ecco l’ultima fatica dei Cornershop. E se nei lavori precedenti (su tutti il riuscito Judy Sucks Lemon For Breakfast, 2009) suonavano come una band di Leicester formata da tizi provenienti a vario titolo dall’India, su The Double-O Groove Of la prospettiva è completamente ribaltata.
Bubbley Kaur, la voce femminile che la fa da padrona per tutto l’album, porta in primo piano il background banghra e tanti saluti all’accessibilità british, se non (vagamente) nella forma. Ma la sostanza è: cantato hindi e strumenti tradizionali, i Cornershop sfidano anche l’ascoltatore più volenteroso.
Per tornare ai quesiti esistenziali: vi piace il ritmo panjab?
Risposta negativa: come il sottoscritto cestinerete il disco in un click.
Risposta positiva: allora provate The Double-O Groove Of.
Ma poi, vi piacerà ancora o comincerete a pensare che è ok, ma solo a piccole dosi..?
अच्छा सुनने
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