Dischi

Cosmetic – NOMORETATO

Cosmetic-NOMORETATO-1440-pxls«Potete continuare a dirci immaturi
che dopo i trent’anni ora vale di più,
ma solo per mezz’ora tornare sereni
le colpe e gli eccessi li mettiamo noi…»

Venue – che apre il nuovo NOMORETATO – pare un meditabondo gioco di specchi tra i Cosmetic di ieri, quelli della detonazione di Conquiste, e quelli di oggi, che iniziano col dire di non essersi «mai mossi di un metro, stiamo di nuovo cercando un’idea..».

Il risultato di questa ricerca, in vero, è un disco che vive di equilibri sottili, un album dal suono rarefatto che sembra riprendere là dove ci eravamo lasciati (Lo Spavento, ma anche L’Arnia che chiudeva l’EP Arnia/Provincia) ed espandere quelle idee fino a tracimare in nuvolone free form nel quale molta della potenza sinora mostrata si dilegua e si trasforma in qualcos’altro.

Grazie all’innesto dei synth e ad un maggior uso di acustiche, i Cosmetic creano trame e spazio là dove eravamo abituati ad avere a che fare con ritmi compressi, ferma restando la capacità di arrivare al nocciolo della melodia (questa volta è Nelle Mani Giuste, in passato era Prima O Poi, ancora prima Bolgia Celeste).

La resa testuale è come sempre a liberissima interpretazione («c’è stato chi ha dato la propria vita per questo / lasciando la responsabilità di conservare ciò che vale / a noi non sappiamo più il perché»: a me pare uno splendido haiku sul rischio che le nuove generazioni non siano in grado di maneggiare la memoria storica di certi enormi eventi del secolo scorso, ricadendo nei medesimi errori… ma voleva essere una cosa così universale?) – ma pare di sentire oggi nei testi di Bart una certa attitudine al guardare gli oltre dieci anni di vita della band, dai piccoli cd-r che sbucavano dalla provincia romagnola e dagli handmade festival fino ad oggi, quasi una presa di coscienza di tutta la strada fatta.

O forse è solo il passare del tempo, il trovarsi a fare oggi a trent’anni qualcosa che si è iniziato molto tempo addietro: e questo vale per loro e per noi tutti.
In questa accezione NOMORETATO parla, e lo fa soprattutto attraverso sfumature liquide piuttosto che con tessiture ruvide.

E se siete stati tanto fortunati da aver conosciuto questa band molti anni addietro e così perseveranti da averla seguita sino a qui, ecco che NOMORETATO potrebbe non essere (solamente) il disco della (im)maturità dei Cosmetic, ma anche – e soprattutto – della vostra.

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