Appunti Cover Versions

Cover Versions 010: Nirvana

La lista dei 50 dischi preferiti da Kurt Cobain, la sua empatia, l’infanzia ed i supereroi, poi i compagni di avventure fino all’ascesa nell’olimpo delle superstar (suo malgrado) e la fama usata per attirare l’attenzione su band che lui riteneva altrettanto all’altezza: c’è tutto questo nelle cover suonate dai Nirvana.

Love Buzz (Shocking Blue, 1969): il primo singolo dei Nirvana è preso in prestito dai danesi Shocking Blue (che sono passati alla storia soprattutto per questo). È un bozzetto psichedelico e molto minimale che però Kurt e i suoi gettano in una palude e poi riempiono di calci trascinandolo verso il garage di casa.

Here She Comes Now (The Velvet Underground, 1968): fa strano dire che ci vogliono i Nirvana per mettere un po’ di ordine (!) in questo brano che – per come concepito da Lou Reed e i suoi – è un bel casino come tutto il resto di White Light/White Heat. Originariamente inserito nel 1990 nel disco tributo ai Velvet Underground Heaven & Hell: A Tribute To The Velvet Underground (insieme ad altri omaggi firmati da Ride, James, Telescopes, Buffalo Tom: una compagnia assai eterogenea) è stato poi pubblicato nel cofanetto With The Lights Out e nella mastodontica Super Deluxe Edition per i 20 anni di Nervemind.

Heartbreaker (Led Zeppelin, 1969): un’altra che si trova su With The Lights Out, ma conta davvero? Perché pare non ne esista una versione in studio, ma solo questa cosa dal vivo che però è poco più di un accenno e – sì – vagamente ricorda il classico dei Led Zeppelin. Page l’aveva scritta per bullarsi delle sue abilità tecniche, qui siamo al completo opposto.

Molly’s Lips (The Vaselines, 1988): Kurt amava i Vaselines e il loro ep Dying For It è passato alla storia come uno dei suoi 50 album preferiti di sempre. La sua passione, molto sbandierata (chiamò la figlia Frances, come Frances McKee) contribuì non poco a recuperare i lavori di questo duo scozzese del quale altrimenti forse si sarebbero perse le tracce (molto consigliata la raccolta Enter The Vaselines). Già in origine Molly’s Lips vive di una certa perfezione pop, sporcata solo da una specie di clacson sul ritornello: un elemento forse concepito in senso dissacratorio (e comunque a casaccio, intuendo la personalità dei due). Fortunatamente scompare del tutto nella versione decisamente migliore (due accordi e vaffanculopower pop al suo massimo) che i Nirvana registrarono il 21 ottobre 1990 alla BBC e che finì nel 1991 in un singolo condiviso con i Fluid, e insieme a Son Of A Gun (altra creazione dei Vaselines) sull’ep Hormoaning l’anno successivo (pubblicato solo in Giappone e Australia) e di lì su Incesticide.

Jesus Don’t Want Me For A Sunbeam (The Vaselines, 1988): se Molly’s Lips è una storiella di amore malato che ben si adatta al senso dell’umorismo di Kurt, si potrebbe addirittura dire che questa sembra scritta dai Vaselines proprio per lui. Ma in realtà i Vaselines scrissero Jesus Wants Me For A Sunmbeam, non Jesus Don’t Want Me For A Sunbeam: la conosciamo però così, con il titolo storpiato usato dai Nirvana nel loro Unplugged In New York. Ed è questo il vero atto d’amore nei confronti dei Vaselines: suonare un loro brano con gli occhi del mondo addosso e non relegarlo su un qualche lato b, e (ancora di più) usare le loro parole per descrivere perfettamente la propria condizione esistenziale.

Turnaround (Devo, 1980): quel giorno alla BBC i Nirvana registrarono anche un brano dei Devo, il lato b della loro hit del 1980 Whip it. Roba da veri fanboy ed in effetti la band ebbe un grosso impatto sull’immaginario di Kurt bambino; nel ’92 arrivò a dire: «di tutte le band saltate fuori dall’underground e che hanno fatto breccia nel mainstream, i Devo sono la più stimolante e sovversiva. Semplicemente splendidi, li adoro». Loro non pare ne siano rimasti mai granché impressionati: questo brano non trovò alcun posto durante la loro reunion degli anni zero. La performance che trovate qui sotto viene dalla stessa serata in cui i Nirvana suonarono per la prima volta dal vivo Smells Like Teen Spirit.

The Man Who Sold The World (David Bowie, 1970): anche The Men Who Sold The World sta nella lista dei 50 album preferiti di Kurt, ma non c’entra nulla con la sua infanzia. Fu Chad Channing, batterista dei Nirvana dall’88 al ’90, a farglielo scoprire: in tour a Boston, entrarono in un negozio di dischi e lui era tutto eccitato dall’aver trovato una copia di The Men… che conteneva anche un poster promozionale; di lì si accorse che né Cobain né Novoselic aveano idea di chi fosse Bowie al di là di roba come Let’s Dance (qui l’intervista integrale). È cosa nota che Bowie fu molto, molto sorpreso (in positivo) dalla scelta di includere questo suo brano nel concerto per MTV, ed anche che non ebbe mai l’occasione di chiedere a Cobain cosa lo avesse catturato così tanto; per sua stessa ammissione, passò anni a mandare a quel paese tutti quelli che dopo il 1994, a fine concerto, gli chiedevano come mai avesse suonato una cover dei Nirvana.

Lake Of Fire (Meat Puppets, 1984): scegliamo questo tra i tre brani dei Meat Puppets (tutti da Meat Puppets II) che i Nirvana scelsero di eseguire nel corso dell’Unplugged in NY, ma Oh, Me e Plateau sono altrettanto strepitose. Sul palco c’erano anche Curt and Cris Kirkwood dei Meat Puppets, che erano in tour con loro quando i Nirvana si fermarono a New York per registrare lo show. Anni dopo, Curt Kirkwood dirà di aver appreso solo da Novoselic la (semplicissima) ragione di quella scelta molto particolare: «Meat Puppets II era uno dei loro album preferiti, di quelli che sia Kurt che Krist ascoltavano ancora prima di conoscersi e mettere insieme la band».

Where Did You Sleep Last Night (Lead Belly, 1944): in realtà è un brano tradizionale che molti arrangiarono prima di Lead Belly, ma è sua la versione alla quale i Nirvana si rifanno. Ed in realtà è anche conosciuta come My Girl o Black Girl o In The Pines. Sia come sia, di fatto questo brano chiude la discografia dei Nirvana e lo fa con un ululato in cui è impossibile non leggere un qualche presagio sinistro. L’inclusione di questo brano nella scaletta scelta per Unplugged In New York ha una storia abbastanza tortuosa: pare che i Nirvana e gli Screaming Trees stessero lavorando insieme ad un album di cover di Lead Belly; il progetto fu accantonato ma Mark Lanegan recuperò la versione di Where Did You Sleep Last Night con Kurt e Chris alla chitarra ed al basso per il suo primo album solista (The Winding Sheet), che influenzò non poco l’approccio dei Nirvana al momento di approcciarsi con MTV.

D-7 (The Wipers, 1980): chiudiamo con questa perché D-7 (sull’ep Hormoaning) e l’altra cover dei Wipers, Return Of The Rat, sono i brani più punk sui quali i Nirvana abbiano mai effettivamente messo le mani (nonostante il credo punk rock is freedom, nonostante sia i Clash che i Sex Pistols compaiano nella già citata lista di preferenze di Kurt). Vale anche in questo caso la domanda se qualcuno si ricorderebbe mai dei Wipers senza i Nirvana.

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Nelle puntate precedenti:
Cover versions 001: Verdena 
Cover versions 002: Bruce Springsteen 
Cover versions 003: The Black Keys 
Cover versions 004: Paul Weller
Cover versions 005: R.E.M.
Cover versions 006: Johnny Cash
Cover versions 007: The Clash
Cover versions 008: The Who
Cover versions 009: Galaxie 500