Appunti

Cronaca speciale dei Tafuzzy Days 2014

Tafuzzy Days 2014

In casa Non Siamo Di Qui abbiamo una passione d’annata per la Tafuzzy Records, per la riviera adriatica (anche se abitiamo tutti e tre a nord del Po) e per un uomo tutto d’un pezzo che si chiama Davide Brace Rastelli. Quest’anno non siamo potuti andare alla dodicesima edizione dei Tafuzzy Days a Riccione quindi abbiamo chiesto a qualcuno che era presente – Carlo Minucci aka Dj Minaccia – di raccontarci cosa è successo e perché (noi tre almeno, lui no per fortuna) ci siamo persi uno dei festival italiani più importati dell’estate

Si, insomma. Mi hanno chiesto di scrivere qualcosa sul Tafuzzy Days, ho detto di si anche se non ne avevo troppa voglia. Poi ieri sera, comodamente sul divano dopo una lunga sessione con di Playstation 4, mi sono visto il dvd “Conquiste” che, fondamentalmente, parla di Bart e delle cose che gli succedono intorno. Vedere il dvd, acquistato al Tafuzzy Days direttamente dal suddetto Bart, mi ha fatto venire voglia di scrivere.

Il Tafuzzy Days è, per me, uno dei due festival a cui non posso mancare, tant’è che organizzo le mie ferie appositamente. L’altro è l’Italian Party (ciao Lookie). Ci vado tutti gli anni da un sacco di anni, ci ho suonato due volte con due progetti diversi: Dj Minaccia (ma cercate anche su Spotify o iTunes) e i Turbopeluches (si beh, non vengo pagato questa cosa quindi un po’ di spam ci sta comunque bene :) ).

Dunque, dicevo… al Tafuzzy Days io ci sto bene tant’è che a volte mi è capitato di andarci da solo e trovarmi comunque in mezzo ad amici, come quei pensionati che il pomeriggio vanno al bar di paese perché tanto sanno che di sicuro troveranno qualcuno per una partita a carte. Cioè tipo non andrei mai da solo ad altri concerti o festival (tranne quella volta dei Mogwai), ma al Tafuzzy mi è capitato.

Ma torniamo al festival, quest’anno hanno suonato diversi gruppi interessanti, altri invece no. Tra l’altro capita spesso che al Tafuzzy scopra cose interessanti (tipo che in passato ho scoperto proprio qua Lo Stato Sociale, Enrico Farnedi e gli X-Mary), quest’anno è stata la volta di Urali: progetto solista di Ivan, già frontman degli ottimi Shelly Johnson Broke MY Heart, che si presenta da solo cantando sopra un muro di suono creato dalla sua chitarra elettrica distorta.

Come descrizione non è granché e non gli rende affatto giustizia, ma dal vivo è stato proprio bello: veramente una sferzata di chitarra che ti arrivava addosso mentre sopra la sua voce a cantare, forse è stato per il muro di distorsioni riverberato dalla pessima acustica presente all’interno dello stanzone del castello, ma me lo sono proprio goduto appieno. Eppoi, il giorno successivo, anche Brace che a me piace e ha portato a casa la pagnotta anche stavolta, con diverse persone dal pubblico che cantavano le canzoni.

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Davide “Brace” e il banchetto Tafuzzy Records

E ora, visto che la voglia di scrivere mi è un po’ scemata, farò una rapida carrellata di giudizi (miei e insindacabili) sommari sugli altri gruppi che hanno suonato: Above the Tree: interessante la nuova formazioni con due batteristi ma nel lungo si è sbrodolato un po’ troppo. Sin/Cos: ok ma non troppo. Altre B: fossi un 16 oggi forse mi sarebbero piaciuti, carini ma pretenziosi. Nel Caso: al momento mi ricordo solo che avevano un trombettista. Urali: mastodontico, ma ne ho già parlato poco sopra. Goldaline, My Dear: carino e interessante (e la cover dei Pavement che ci sta sempre bene e fa alzare il voto). Quakers and Mormons: hanno cambiato formazione, ma ero stanco e sono tornato a casa quindi non li ho visti. Brace: okeissimo. Giovanni Truppi: dai… no, ok per un attimo, ma anche no. Havah: i pezzi nuovi hanno un po’ di piglio in meno, ma tipo il disco vecchio mi era piaciuto tantissimo (peccato abbiano suonato dentro che ha l’acustica davvero brutta). Io e La Tigre: dai nel complesso è un progetto carino ma il disco non glielo compro. San Leo: era tardi, ero stanco e sono tornato a casa prima, però li avevo già visti e non sono affatto male.

Ma, ora mi ripeterò, al Tafuzzy ci vado anche per stare in compagnia perché comunque scambio sempre qualche battuta con Bart, con Brace, col fratello di Bart (che ancora dopo tutti questi anni non so come si chiama), con Motobecane che forse mi batte in nerditudine, con Psyco (sempre che si scriva così) che l’ho trovato mentre segava un ramo, col tizio delle pizze biologiche e le pezze sulle farine integrali, coi banchetti di dischi (che davvero non esiste niente di meglio di chi vende i dischi anche se quest’anno Andrea non c’era), col fonico sosia di Frankie Hi-NRG, col Cocoricò proprio li davanti che quest’anno proponeva Skrillex. E’ un festival in cui mi sento un po’ a casa. A solo mezz’ora di macchina.

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Bart, frontman dei Cosmetic

E ora l’angolo amarcord:

– Quella volta che ci ho suonato e diverse persone ci hanno fatto i complimenti. – Quella volta che mi son beccato il controesodo e ci ho impiegato un’ora e mezza ad arrivare. – Quella volta con fuochi d’artificio proprio durante la jam psichedelica dei Camillas e X-Mary. – Quella volta del tizio che tagliava a spirale le patate e le friggeva. – Quella volta che mi sono perso un giorno di festival perchè stavo tornando da Berlino, in Vespa. – Quella volta che ha cominciato a piovere su Bolgia Celeste dei Cosmetic e ogni paccata sul rullante faceva saltare tutta l’acqua che sembrava troppo un video anni 90. – Quella volta che ho girato tipo mezz’ora tra le discoteche perchè non mi ricordavo la strada. – Quella volta in cui Luca Benni cantava i pezzi dei Minnies insieme a delle fan ancora minorenni. – Quelle volte in cui ancora facevano i cd compilation con i pezzi dei gruppi che suonavano.

Adesso basta, ho davvero finito.

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Carlo Minucci aka Dj Minaccia: ha scritto per noi la cronaca dei Tafuzzy Days 2014

 

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