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David Bowie – The Next Day

bowie_the_next_dayThe Next Day è un disco vitale, rabbioso, a tratti solenne – ma per nulla teatrale.

Dieci anni dopo Reality, il ritorno sulle scene di David Bowie è la più grossa, convinta (e riuscita) sorpresa di questo 2013.

Tenuto segretissimo per lungo tempo, prodotto dal fido Tony Visconti a New York e infine annunciato a sorpresa il giorno del sessantaseiesimo compleanno del (fu) Duca Bianco, con tanto di video di Where Are We Now?

E proprio quel primo singolo, quella ballata sofferente e nostalgica, che si perde nella rievocazione di un decadente (ma artisticamente glorioso) passato berlinese, aveva tratto in inganno.

L’intensità nel canto e la postura stessa di Bowie in quelle immagini sembravano non smentire le voci su uno stato di salute ormai deteriorato: si è rivelata l’ennesima leggenda.

In realtà è puro window dressing: dalla title track in poi (here I am, not quite dying..) questo disco è una piena rivendicazione di potenza e di vita(lità), anche con quando assume toni lascivi e crepuscolari (Dirty Boys).

Basta vedere la copertina: Bowie gioca, parecchio, con i molti se stesso a cui ci ha abituati – muovendosi tra concretissima realtà (You Feel So Lonely You Could Die) e fantasie dal sapore glam [The Stars (Are Out Tonight)], riuscendo a fondere il suo passato ed il suo infinito presente: The Next Day, con i suoi stili variopinti e i toni a tratti duri (perfette popsongs, altrettanti perfetti schizzi glam-rock, e ancora, funk bianco di prim’ordine), trova la quadratura del cerchio di ogni cosa prodotta in quasi cinquant’anni di carriera e si inserisce dritto dritto, e inaspettatamente, tra i suoi migliori album.

Forse solo ora Bowie è venuto a patti con la (corretta, ma certamente scomoda) idea che la fruibilità non vuol dire rinnegare la sperimentazione.

E tutto questo nonostante (o perché?) il Nostro non abbia perso un briciolo della sua vena lirica, anzi: lontano dalle tensioni del passato le parole di questo disco sono libere di contendersi la scena con un universo sonoro spesso mutevole, che accarezza sempre, e comunque, con i guanti.

The Next Day è senza dubbio un trionfo, e allora una domanda: che succederà il giorno dopo..?

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