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Dennis Wilson – Pacific Ocean Blue

dennis_wilson_pacific_ocean_blueBrian Wilson dei Beach Boys era il cervello, tanto che gli altri arrivarono a considerarsi umili messaggeri del suo talento folle. Mike Love gli faceva da spalla, era il cugino matto che tanto aveva insistito per formare una band. Dennis Wilson, dei Beach Boys era l’anima inquieta, ribelle, godereccia.

Era stato piazzato lì praticamente dalla madre, che pregò Brian di non escludere il fratellino. C’era spazio solo alla batteria e quella Dennis imparò a suonare. Nemmeno tanto bene, poi, visto che ogni tanto in studio veniva sostiuito da più abili session men. Ma fu Dennis, tra tutti l’unico appassionato di surf (!), a instillare nei Beach Boys quell’immaginario per cui, ad oggi, li ricordiamo: il mare, la spiaggia californiana, le ragazze in bikini, e – appunto – il surf. Se il mondo ha in testa questa immagine fissa della California dei primi anni ’60, insomma, è merito suo.

Gli ci volle tempo, ma negli anni ’70 si scrollò di dosso la figura del gregario e divenne il primo beach boy a pubblicare un disco solista, nel 1977, e fu sempre lui a tenere a galla la band negli anni bui, scrivendo quei pochi brani buoni del periodo. Per non farsi mancare nulla, fu lui ad inserire nel giro del music business Charles Manson e la sua accolita di pericolosissimi svitati.

Una personalità ribelle, eccessiva, ma tremendamente vitale. Dennis Wilson morì nel 1983 quando si tuffò in acqua ubriaco, a Marina Del Rey, per cercare delle cose che aveva gettato dal suo yacht anni prima.

Pacific Ocean Blue è un album di intensità incredibile. È stato tanto lodato dalla critica ed introvabile fino al 2008, quando la Sony ha ristampato una Legacy Edition, rendendogli giustizia. Non solo, per la prima volta con l’occasione è stato dato alle stampe anche Bambu, che Dennis mai portò a termine. Lo stesso anno, la BBC gli ha dedicato un ottimo documentario.

Sorprendentemente Dennis riuscì a smarcarsi dal sound tipico dei Beach Boys e a virare su un misto di soul, gospel, psichedelia. Il tutto filtrato dalla lente distorta della droga, degli eccessi, dei bei vestiti e della vita da rockstar con casa sulla spiaggia. Sono composizioni nude, che forse risentono di certi arrangiamenti del periodo, ma che mostrano l’ex batterista alle prese con un suono ed un metodo compositivo finalmente personalissimi.

Senza compromessi, Pacific Ocean Blue è un album  di rara sincerità. Mette a nudo l’altro lato della California, il rumore emotivo di chi ha vissuto tutto, sole, mare, donne, droga, surf, e poi si siede sul divano di casa e fissa il vuoto / pieno di domande.

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