Appunti

Fa lo stesso… [2013 edition]

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Guardandoci indietro, una breve lista di quello che nel 2013 proprio non siamo riusciti a mandare giù. Insomma, il nostro annuale tracollo di bile. Buon divertimento!

Phoenix_-_Bankrupt!_coverPhoenixBarnkrupt Aggrappati ai synth più forte dei naufraghi alle scialuppe del Titanic, e non c’è una melodia una che si salvi davvero. Molto, molto meglio in versione remix.

 

indians_somewhere_elseIndiansSomewhere Else Il disco che s’ha da fare di questi tempi: sintetizzatori, voci come nenie, grossi poster degli Animal Collective appesi al muro. Moscissimi senza rimedio, dal nome al titolo del disco a (cosa più importante) le canzoni.

 

High-Highs-Open-Season-608x602High HighsOpen Season I Beach House, ma senza personalità e con qualche campanellino/chitarra acustica in più. Ah, e un nome oggettivamente del cazzo.

 

Autechre_Exai

AutechreExai E si che sarebbero tra i miei preferiti. Per carità, loro sono sempre stati così, la loro è pura astrazione, il loro suono non esiste davvero. Ma Exai è la cosa più frammentaria che abbia mai sentito, la lunghezza poi non aiuta, perciò via senza troppi rimpianti.

 

the_ruby_suns_christopherThe Ruby SunsCristopher

Fastidiosissimi sintetizzatori senza senso alcuno, per 40′ che ripercorrono i peggiori anni ’80 mai sentiti.

 

YoungDreams_Between_PlacesYoung DreamsBetween Places Norvegesi, escono per la Modular. Basterebbe la pochezza del testo della prima, Footprints, che poi in 1’10” si trasforma in una coreografia sintetica da spiaggia. E giù a vedere hipster con i baffoni e i costumi (sì, stavolta costumi) e donnine esili e occhialute in bikini a dimenarsi. Comunque, viene da maledire Mr. Moog o chi diavolo abbia inventato i sintetizzatori.

Stereophonics-Graffiti-on-the-train-ALbum-coverStereophonicsGraffiti On The Train

Non sono uno di quelli che i dischi degli Stereophonics ormai nemmeno li ascolta. Non credo se lo meritino, questo probabilmente è il mio difetto. Ma cazzo, qui si gettano a braccia spalancate negli arrangiamenti orchestrali che in confronto Be Here Now era roba sobria e misurata. Almeno gli Oasis, all’epoca, non avevano alcuna pretesa di passare per sofisticati. Ogni tanto ci riprovano coi chitarroni, ma mancano il bersaglio, sembrano gli U2 di No Line On The Horizon (e non è una bella cosa).

bastille_bad_bloodB∆STILLEBad Blood Presentati come i nuovi Coldplay, se una somiglianza si può tracciare è con Mylo Xyloto. Vomito.

 

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