Dischi

Flying Lotus – Until The Quiet Comes

flying_lotus_until_the_quiet_comes-300x300Esistono alcuni album che sono utili, quasi strumentali in un certo senso: che diventano una chiave per entrare in un mondo nuovo. Until The Quiet Comes è riuscito in questo intento con la sottoscritta: posso solo garantirvi quindi una recensione di stomaco per un disco che mi sono riascoltata più volte negli ultimi tre mesi e mi perseguiterà (in senso positivo) ancora per un bel po’.

Un mondo di suoni elettronici spesso troppo minimal e sperimentali per me, ma nel complesso un disco completo con la capacità di creare una narrazione fuori e dentro il suono, meglio dire i suoni, creati da Flying Lotus. Perché parte della magia che riesce a farti avvicinare a un disco e alle scelte dell’artista è tutto il corollario della comunicazione che ci sta attorno. In questo caso in particolare con un percorso definitivo nel minimo dettaglio da un lato, la conferma di come ottime collaborazioni facciano emergere l’abito del produttore per Flying Lotus.

Il capolavoro di Kahlil Joseph, cortometraggio omonimo che ha aperto il percorso di ascolto di questo disco, è stato il punto di partenza per la suggestione del mondo di Ellison e la comprensione del mood delle collaborazioni con importanti voci femminili come Erikah Badu. Ma ho trovato sempre più la voglia di tornare su pezzi come Sultan’s Request o Eletric Candyman grazie a un piccolo cameo come Small Moments.
Potete dire che la mia fantasia è scontata e che gli effetti vintage funzionano alla grande, ma io quell’anemone mosso per l’apertura di All In o la sensazione tattile dietro a Phantasm erano qualcosa che avevo immaginato e che è riemerso.

Fino a quando lo dici a te stesso che un disco ha un che di evocativo, avvolgente e sognante, puoi arrivare fino a un certo punto. Poi scopri che quello che ti eri immaginata è corretto: scopri che dietro ai beat, perfino dietro ai pezzi un po’ più lounge come DMT Song o All The Secret c’è la condivisione chiara di un intento. E capisci che l’artista ha fatto centro.

flyinglotus_tinytortures_grande

I due pezzi da eleggere come assoluti secondo la mia opinione: Putty Boy Strut (vi consiglio di vedervi anche il video se non lo avete già fatto, capace di unire i riferimenti sonori con l’idea dell’animazione dei robot e della voracità delle forme legate al mondo post industriale) e The Nightcaller.

E il led colorati, la parte di tecnologia che fa parte di un mondo di racconti cinematografici e letterari del secolo scorso si ricollega e riappare nel video di Tiny Tortures: e a questo punto si apre un capitolo infinito di riferimenti che si collegano involontariamente l’uno con l’altro. Un video dove lato psichedelico, drammatico e retrogusto tech sono ben bilanciati.

David Lewandowski, autore del video, è stato uno degli animatori della recente versione di Tron: Legacy, poi magari io mi faccio i film ma qualche interrogativo sulla scelta di Elijah Wood come protagonista me lo faccio: curiosità infatti vuole che la sua prima apparizione nel grande schermo sia stata in Ritorno al futuro – Parte II.

E proprio mentre vi guardate questo video, apparso in rete una manciata di giorni fa, vi lancio la domanda che mi sto ponendo anche io da diverse settimane: Until The Quiet Comes entrerà a pieno titolo come uno degli album migliori di quest’anno nelle classifiche che stiamo (state) partorendo alla fine di questo 2012, ma mi seguirà per molto di più. Un album definito – in un certo senso – dallo stesso FlyLo decisamente invernale tanto da poter riemergere nei prossimi momenti calmi e discretamente bui che ritorneranno in ognuno di noi.

1 comment on “Flying Lotus – Until The Quiet Comes

  1. Pingback: Flying Lotus - Reset – Non Siamo Di Qui

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *