Dischi

Be Forest – Earthbeat

be_forest_earthbeatEcco uno splendido esempio di come, partendo da un canovaccio comunque familiare, si possa arrivare ad un risultato originale – o quantomeno ad una significativa variazione sul tema.

Nessuna strada in realtà è segnata, «the future is unwritten» diceva qualcuno; e senza scomodare gli dei, è questione di sfumature, esperienze, sfaccettatture.

Questione di voglia, questione che il panorama emozionale (quello dei Be Forest, come quello di tutti) ha certo radici profonde ma è in costante mutazione.

Rispetto all’esordio – quel Cold risalente ormai a 3 anni fa – Earthbeat nasce come opera di un quartetto (nuovo arrivo: Lorenzo Badioli ai synth) e porta con sé un inatteso calore: là dove l’esordio tendeva al glaciale, questo secondo album trasmette un’oscurità lussureggiante.

Non mancano le chitarre dai bordi esistenzialisti, ma il drummung vira verso le poliritmie trascurando pregresse essenzialità, la tavolozza sonora si arricchisce di ondate di sintetizzatori soffici, o addirittura flauti, frenesie prima inesplorate e ritmi quasi tribali.

Erathbeat (che esce per la We Were Never Being Boring) sta portando i Be Forest negli USA, in tour con i Tennis System; ad arricchire il tutto, una cover (non casuale) dei Beat Happening: un giusto riconoscimento per il meno italiano dei dischi italiani del 2014.

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