Dischi

Green Day – ¡Uno!

green-day-unoL’ultimo progetto dei Green Day, dopo concept album vari e il concreto rischio di svolta emo/bimbominkia, è di pubblicare una trilogia di dischi da qui al prossimo gennaio, ed ecco il primo.

Torna alla produzione Rob Cavallo e ¡Uno! è una discreta bomba, la medicina ideale per affrontare la stagione uggiosa appena arrivata.

“Gonna ride the world like a merry-go-round…” inizia così ¡Uno!, a mille, una botta di adrenalina; e poi quando il basso rotola lì da solo su Nuclear Family, è uno spettacolo. Nulla di nulla di nulla di nuovo o ricercato. Ma che tiro.

E ancora, l’urgenza teen di Stay The Night e Carpe Diem, la cattiveria cartoon di Kill The DJ: ce n’è abbastanza per confermare – e sì, se ne sentiva il bisogno – che la band di B.J. Armstrong merita la definizione di last gang in town.

Discendente diretta della prima ondata punk, tanto dei Ramones che dei Sex Pistols, dei Clash del ’77, e, soprattutto in questo primo episodio della trilogia, dei Buzzcocks e degli Undertones.

Supereroi del buonumore, (ormai) scevri di particolari rivendicazioni sociali, cresciuti e maturati con MTV, con i McDonald’s in ogni angolo, nel boom della globalizzazione, in quegli States che hanno mandato – sempre più spudoratamente – a morire generazioni in nome del vile denaro; mica negli squat di Londra o nella New York di Patti Smith e dei Television. Segnati da un’alienazione diversa, ma pur sempre alienazione.

Cosa aspettarci dal seguito non è dato saperlo, ma sicuramente qualche variazione in più sul tema, perché il rischio di prendere in blocco questo disco è di averne anche abbastanza di sentirsi 10 anni di meno.

Insomma, i Green Day si candidano ad diventare il caso più clamoroso di dicotomia tra età anagrafica ed età artistica dopo i Rolling Stones, animati da un unico credo: un me-ne-fotto gigantesco, un rigurgito dell’establishment genuino e primigenio, che li guida e li spinge a tutto volume. E non fa prigionieri, nemmeno ¡Uno!.

3 comments on “Green Day – ¡Uno!

  1. Pingback: Green Day - Saviors – Non Siamo Di Qui

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