Appunti

Il meraviglioso universo della Third Man Records

Jack White ha creato la Third Man Records a Detroit nel 2001, l’intenzione era quella di dare nuova vita ad alcune delle primissime registrazioni dei White Stripes e di avere uno spazio dove tenere tutta l’attrezzatura.

Nel tempo è diventata una delle etichette indipendenti più hip del mondo, e una specie di epico luna park per gli appassionati di vinili: il suo motto è Your Turntable Is Not Dead.

È successo tutto da quando nel marzo del 2009 la Third Man Records ha inaugurato la sua prima sede a Nashville: oltre agli uffici, ospita il negozio di dischi e merchardise, uno studio fotografico, uno spazio per per concerti ed una serie di ambienti e aggeggi incredibili.

La Novelties Lounge (che la stessa gente della Third Man definisce «un posto simile al quartiere generale dei cattivi di James Bond») è il cuore freak di quel posto: tra le tante stramberie, un vecchissimo video jukebox (Scopitone), uno strano macchinario chiamato Mold-a-Rama – che per qualche dollaro fabbrica in tempo reale un bel souvenir: un modellino della ormai leggendaria chitarra di White, una Montgomery Ward JB Hutto Airline del ’64 – e una Record Booth del 1947 (restaurata e riadattata alla potente iconografia dell’etichetta), in cui è possibile registrare la propria musica e averla immediatamente disponibile, stampata su un sei pollici.

Tra giradischi personalizzatiomini che lavorano alle produzioni live rigorosamente in camice vintage, vinili fluorescenti / vinili kingsize/ vinili con tracce nascoste, spunta anche il Rolling Record Store, un vecchio furgone UPS che porta in giro le produzioni dell’etichetta, presentato a sorpresa per la prima volta al South By Southwest nel 2011.

Sempre a Nashville, la Blue Room è l’unico spazio al mondo in cui è possibile registrare un concerto direttamente su acetato ed è stato inaugurato con il debutto dal vivo dei Dead Weather.

Negli ultimi anni, l’ossessione di Jack White per il formato vinile si è tradotta in almeno un paio di eventi storici.

Nel 2015 la prima incisione in assoluto di Elvis Presley – risalente al giugno del 1953 ed acquistata all’asta da White – è stata trasferita in digitale con tutti i rischi, l’attenzione e la cura che il caso richiedeva.

Nel 2016 la Third Man Records ha deciso di festeggiare i suoi 7 anni di attività vera e propria facendo risuonare un disco nello spazio (o quasi: ai limiti esterni dell’atmosfera); già nel 2012 White aveva commissionato la progettazione e la produzione di un giradischi che potesse riuscire nell’impresa; completato Icarus e stampata su un 12″ d’oro A Glorious Dawn di Carl Sagan (scelta azzeccata), il tutto è stato spedito in orbita con un pallone aerostatico: l’immaginiamo costosissimo, ma lo storico esperimento è riuscito.

Se volete approfondire ulteriormente, questo video riassume tutto quello che la Third Man Records ha buttato sul mercato lo scorso anno; nel frattempo vale la pena – per arrivare ai giorni nostri – spostarsi a Detroit, dove tutto era iniziato ma dove solo nel 2015 l’etichetta ha aperto un proprio store.

Bene, è storia di questi giorni l’inaugurazione di uno spazio dedicato alla produzione dei dischi (rigorosamente in vinile) proprio nel retro del negozio di Detroit: coloratissimo e aperto al pubblico di sabato, è un concept in grado di tagliare ogni intralcio tra la fabbricazione e la commercializzazione del prodotto.

Questa piccola storia mette insieme una fortissima e moderna concezione di brand identity, la passione per il suono, per le attrezzature vintage, per un modo di fruire della musica che in molti credevano estinto al cospetto dello streaming; insegna anche che l’inventiva è capace di conquistare il cuore ed il portafoglio del pubblico, cioè del mercato.

L’amaro dato di fatto è che esperienze come quella della Third Man Records – o della Rough Trade in UK – possano trovare spazio, esistere e fiorire (solo) in realtà in cui effettivamente esiste un mercato ricettivo, cioè un numero sufficiente di persone interessate a questo. Una cultura che nel Paese a forma di stivale è puro daydreaming.