Appunti

Il #Tirannosauro e il buon Pastore.

Questa potrebbe essere una bella storia per bambini. Una di quelle emerse da uno dei pezzi dei Pecksniff, ad esempio, (piccola pausa di silenzio in loro onore) e invece succede che una manciata di giorni fa mi ritrovo nel bel mezzo della timeline di Twitter un #Tirannosauro che fa capolino.

La simpatica bestiola indossa un completino rosa molto Nashville e si aggira per Milano con tanta voglia di farsi nuovi amici.

Fra questi c’è il signore del tipico condominio che canta un’aria delle Nozze di Figaro. Oppure l’incontrastabile violinista da mezzo pubblico (quello che ognuno di noi spera ardentemente di trovare nel proprio vagone della metro al ritorno dal peggior lunedì di lavoro possibile). E poi c’è il buon Pastore.

Il buon Pastore, in un certo senso, è una razza in via di estinzione, e mi sono ricreduta pensando che ci fossero ancora degli esemplari che si aggiravano per la città. Ricordiamo infatti che c’è stata una congiura contro questa particolare specie di dj from Babele alcuni anni or sono. E se pensavate che quello fosse il Peggio, vi sbagliate di grosso. Infatti ne è passato di tempo da quando ha imparato le buone maniere e il fatto di dimenticare spesso la capacità di stare al mondo fra un’opinione e una corsa lo ha portato – evidentemente – a cercare di mimetizzarsi con una specie diversa dalla sua: quella degli utilizzatori di cappelli con adesivi sull’ala. Strano che non avesse addirittura un trucker hat.

“Beastie Boys o Jovanotti?” Noi aspettiamo il 3 giugno e Useless Wooden Toys. Perché il Tirannosauro balla!

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