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Iron & Wine + Ben Bridwell – Sing Into My Mouth

Sing_Into_Your_MouthQuesto album ha un titolo evocativo, preso in prestito da This Must Be The Place (Naive Melody), ed è proprio nel classico dei Talking Heads che Iron & Wine e Ben Bridwell (Band Of Horses) si lanciano in apertura di Sing Into My Mouth.

Sa di condivisione, è perfettamente minimale e suona autentica: non facile a cospetto dell’originale.

Più in generale, i due l’hanno combinata abbastanza grossa: Sing Into My Mouth è un disco (fatto interamente di cover) di quelli da domenica mattina, placidi e conditi di voci perfette e chitarre slide.

I due, amici di lungo corso, rievocano nello spirito i Byrds più countryfolk e con grazia rivisitano alcune gemme a firma Ronnie Lane (Done This One Before), Bonnie Raitt (Any Day Woman), J.J. Cale (Magnolia), Marshall Tucker Band (The Ab’s Song), ma anche – forse sorprendentemente – composizioni più recenti come The Straight And The Narrow degli Spiritualized (da Let It Come Down, 2001), scarna e riuscitissima, o God Knows (You Gotta Give To Get) di El Perro Del Mar.

E quando, invece, Iron & Wine e Ben Bridwell si buttano su qualcosa di più classico, cattura e stupisce il modo in cui riescono a donare nuova luce a brani come Bulletproof Soul o, appunto, This Must Be The Place (ma anche No Way Out Of Here, scritta da David Gilmour e donata agli Unicorn).

Se l’intento era quello di farsi una suonata tra amici, Sing Into My Mouth va oltre (e di molto):  riuscitissimo.

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