Johnny Marr – Adrenalin Baby: Johnny Marr Live

Adrenalin Baby è uno di quei live che hanno davvero un senso – e forse è quanto più vicino si potrà mai andare ad ascoltare di nuovo certe canzoni degli Smiths dal vivo senza per forza beccarsi una filippica sulla crudeltà della macellazione degli animali.

Ha senso, dicevamo, e il senso sta proprio in quella parola: adrenalina.

È l’adrenalina che ha guidato Johnny Marr da quando si è creato una vera e propria carriera solista, che lo ha traghettato da strepitoso compositore e side man a leader di una band imbarcata ormai in un tour che va avanti da un paio d’anni, che lo ha portato a ritrovare la sua stessa voce, a comporre due ottimi album e riappropriarsi di quelle canzoni che sembravano appannaggio delle arene in cui (quando ce la fa) Morrissey si esibisce.

The Messenger e Playland sono dischi che riportano a galla un mondo che credevamo annacquato dalla modernità, minuti in cui Marr dice – in fondo – qualcosa di completamente suo.

E Adrenalin Baby – registrato sul finire dello scorso anno tra Glasgow, Manchester e Londra – è il coronamento di questo slancio.

Le canzoni di Marr scorrono che è una meraviglia, nel contesto in cui sono state concepite, con l’aggiunta di un’amatissima Getting Away With It che si apre a divagazioni white funk); le versioni di How Soon Is Now?, The Headmaster Ritual, Bigmouth Strikes Again e There Is A Light That Never Goes Out risplendono finalmente dell’originale imprimatur chitarristico del loro co-atuore; There Is A Light… in particolare (inevitabile singalong a parte) mostra tutti gli sforzi (riusciti) di Marr per arrivare ad una voce che rimarrà pure ineducata, ma è toccante.

Senza mezzi termini: negli ultimi anni la nostra indissolubile venerazione per gli Smiths ha ritrovato la giusta collocazione sulla sei corde e un timbro vocale potente e in qualche modo più vivo di quello mellifluo ed elisabettiano del Moz.

Ecco il punto nel pubblicare Adrenalin Baby: una riappropriazione, un ritorno a casa, la chiusura del cerchio.