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Jon Hopkins – Immunity

jon_hopkins_immunityBasterebbe Breathe This Air, quei cinque minuti in cui Jon Hopkins e i canadesi Purity Ring incrociano i beat in un infinito gioco di start e stop, di rimbalzi sul ghiaccio.

Invece Immunity conserva in sé un universo intero in cui ambient e dubstep collidono, flirtano, si sfiorano e infine si mescolano senza più abbandonarsi, come amanti destinati a proseguire insieme.

È un crescendo incalzante che non ha nulla di artificiale; è pura natura che sgorga da macchine, un paradosso leggero ma ben presente.

Immunity serpeggia sinuoso e a tratti alza il ritmo, mai fuori controllo, e a volte narcotizza al di là di ogni logica, appiattendosi come in una qualunque sala di attesa di un aeroporto, girando attorno ad accordi sparsi in un non luogo qualunque.

Può essere un bosco, può essere che non ci sia altro da fare che lasciarsi andare verso un crepuscolo teso di carillon luccicanti, o alzare uno sguardo distratto verso l’orizzonte e capire che no, non c’è verso di slegarsi da tutto questo.

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