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LCD Soundsytem – The Long Goodbye

lcd_soundsystem_the_long_goodbyeIl concerto dell’addio alle scene degli LCD Soundsystem – il 2 aprile 2011 al Madison Square Garden di NY – è stato prima un evento  imperdibile e poi una specie di culto per una grossa fetta della generazione che ha respirato e vissuto di musica nel corso degli anni zero.

E questo perché si è trattato (inconsapevolmente?) di una potente rivendicazione artistica (il perpetrarsi non è davvero una necessità), ed insieme della perfetta chiusura del cerchio: del percorso di una band terrificante, di un decennio in cui si è temuto sul serio che nessuna cosa fosse destinata a durare. In mezzo a tutto questo, James Murphy e la sua banda hanno trovato il modo perfetto per essere ricordati: andarsene in gloria.

Quel concerto – dicevamo – è stato tradotto nel 2012 nel grandioso documentario Shut Up And Play The Hits, e oggi, in occasione del Record Store Day 2014, in questo quintuplo (!) vinile con tanto di listening party interattivo al negozio Rough Trade della Grande Mela.

Ecco dunque cosa contiene The Long Goodbye: LCD Soundsytem Live At Madison Square Gardenquella notte.

Non solo la registrazione, ma l’adrenalina il casino, i famosi palloncini bianchi, il palco affollato, gli Arcade Fire ospiti su North American Scum (responsabili di quell’urlo: shut up and play the hits! in risposta al dilungarsi di Murphy nelle presentazioni), i campanacci, il rock&roll, la dance, le dissertazioni degne dei Talking Heads e di David Bowie che si fondono in una incredibile energia dal palco al pubblico e via di ritorno.

Rende bene questo disco: rende l’idea di quanto gli LCD Soundsystem siano stati divertenti – capaci di sbracare come pochi, e contemporaneamente di tenere il passo con il metronomo (molto del merito va a Pat Mahoney) – e di quanto ci abbiano fatto divertire, anche senza andare mai ad un loro live. Che però resta una pecca: perché se questa occasione è certamente eccezionale, è dal vivo, in ogni occasione, che questa band metteva quel qualcosa in più.

Certo qui il merito è anche del mastering analogico e maniacale  (diverso da quello del documentario, digitale perché destinato ad una diversa fruizione) opera di Murphy stesso (che credeva di sbrigarsela molto prima, invece tra una cosa e l’altra, artwork compreso..): insomma The Long Goodbye è anche una perla per audiofili (pazienti: perché per ascoltare di fila tutti i vinili bisogna mettere le mani sui piatti ben nove volte..).

E poi niente. Niente, via. Undici minuti di New York I Love You, But You’re Bringing Me Down, compresa la commossa introduzione e il suono della folla attonita sul finale al rumore bianco, e gli LCD Soundsytem si consacrano all’immaginario collettivo: così li dovevamo ricordare, con questo ronzio emozionale in testa, e così è.

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