Appunti

Le Luci Della Centrale Elettrica: Fuochi Artificiali (live report)

Fuochi Artificiali è stata la celebrazione di tre anni (o forse ventisette) di lavoro, ma anche una festa che Vasco Brondi ha regalato a se stesso.
Una serata speciale, un evento. Sopra il cielo del Teatro Romano di Verona anche il tempo tiene. Questa location aveva già ospitato Afterhours e Marlene Kuntz, ma stavolta forse c’è qualcosa di più. S’incrociano le strade di alcuni fra gli artisti italiani più significativi e generazionali degli ultimi vent’anni, direttamente sotto gli occhi di un pubblico trasversale e adorante.
L’ultima data del tour de Le Luci Delle Centrale Elettrica si snoda tra una serie di singoli episodi (i duetti con i Tre Allegri Ragazzi Morti, Manuel Agnelli, Rachele Bastreghi, Giorgio Canali), certo dettata dalle esigenze tecniche, ma che è riuscita a rendere bene l’idea del percorso di Vasco Brondi sin qui.
Attitudine scarna, giochi di luce, fondali lasciati per lunghi tratti nelle mani di Davide Toffolo, che disegna dal vivo. Vasco Brondi in nero con gli anfibi, un po’ Joe Strummer, anche nella forza del gesto canoro, più punk che cantautore. Nel finale (epico) cerca il contatto con gli spettatori: un gesto non fuori luogo, una tensione frutto soprattutto dell’escalation dell’esibizione, a realizzare e celebrare uno scambio emotivo con i presenti (confermato dalle poche, insicure, parole proferite tra un brano e l’altro).
Qualche perplessità sul numero di presenza (gente curiosa e attenta, inizialmente più concentrata che coinvolta,poi sempre più dentro lo spettacolo, fino alla catarsi): qualcuno ha considerato le 700 persone un piccolo fallimento, e certo il colpo d’occhio del Teatro Romano non agevolava a pensare diversamente. Ma si tratta di uno spazio molto capiente (1.800 posti) e quindi, ragionando a spanne, Le Luci hanno fatto quasi il pieno rispetto alle proprie possibilità.
Poi ci sarebbero molti pensieri da fare sul pubblico di Vasco Brondi (transgenerazionale: la collaborazione con Jovanotti ha aiutato?), sulle copie di Per Ora Noi La Chiameremo Felicità vendute e sulle presenze del tour. Le Luci affascinano pubblico e critica, ma – se la direzione musicale rimarrà così univoca e monolitica – la sensazione è che sia improbabile conquistare nuovi interessi (passato l’effetto sorpresa di Canzoni Da Spiaggia Deturpata).
Un’ultima parola per la location. E’ bello vedere il rock’n’roll (nella sua più ampia accezione) che s’impossessa di un luogo storico e quasi ingessato come il Teatro Romano di Verona, abituato al teatro e ad altre espressioni sonore a.
Ogni tanto succede, ed è un bel riappropriarsi di un luogo che dovrebbe essere di tutti, senza fratture tra arte classica e non.
[Nd + Paolo]

 

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