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Lee Ranaldo, Jim Jarmusch, Marc Urselli, Balázs Pándi – Lee Ranaldo / Jim Jarmusch / Marc Urselli / Balázs Pándi

L’idea di Marc Urselli – produttore italo-svizzero di base a New York – era quella di improvvisare una performance tra artisti che non si erano mai incrociati prima.

Hanno risposto all’appello Lee Ranaldo (ex Sonic Youth), il regista Jim Jarmusch ed il batterista ungherese Balázs Pándi.

L’etichetta viennese Trost Records pubblica oggi il risultato di quell’incontro così com’è avvenuto, senza nulla aggiungere in fase di editing o post produzione. Si intitola semplicemente Lee Ranaldo / Jim Jarmusch / Marc Urselli / Balázs Pándi e non è esattamente uno svago. Neppure è la miglior cura per il mal di testa, ma nonostante le premesse non è nemmeno qualcosa di cervellotico ed inaffrontabile.

Le prime due tracce sono soprattutto cacofonie di chitarre temperate e percussioni sparse, che hanno il pregio (se non altro) di non mandare tutto in tilt. Dalle parti di Groa – laddove pare di sentire qualcosa come una sveglia soffocata dalle coperte – i suoni iniziano a scivolare verso una musica d’ambiente nebulosa ed inquieta.

È un campo lungo, un umore increspato che domina con ancora più decisione la successiva Gulltoppr, con la batteria che prende molte strade diverse senza sceglierne mai una. La conclusiva Haar è una costante dissolvenza in cui affiorano voci troppo lontane per prendersi davvero la scena.

Lee Ranaldo / Jim Jarmusch / Marc Urselli / Balázs Pándi, insomma, è una sfida. La principale  caratteristica di questa registrazione – l’improvvisazione – finisce per essere anche il suo difetto: si scorge nitida l’intesa tra i protagonisti, però soffocata dalla regola (autoimposta) del buona la prima.