Dischi

Lee “Scratch” Perry – Rainford

Lee “Scratch” Perry sembra uno di quei vecchietti tanto arzilli da far impallidire un centometrista: ben quindici album dal 2010 ad oggi; di questi, Rainford ed altri tre tre solo nel 2019. Nemmeno vale la pena contare le collaborazioni.

Come abbia fatto ad arrivare arrivare così vispo a ottantatré anni probabilmente non lo sapremo mai davvero, ma non è da escludere che tra le sue tante stregonerie sia riuscito a trovare davvero l’elisir dell’eterna giovinezza.

Certamente l’incontro con Adrian Sherwood a metà anni ’80, in un periodo particolarmente autodistruttivo, gli ha giovato molto; i due non si sono più persi di vista dopo Time Boom X De Devil Dead (co-firmato da Lee e dai Dub Syndacate) ed il successivo From The Secret Laboratory e oggi Sherwood – da allora diventato uno strepitoso alchimista – torna al suo servizio dietro la consolle.

Lo fa, dichiaratamente, con lo stesso animo e lo stesso intento con il quale Rick Rubin si mise al servizio di Johnny Cash: coccola il suo prezioso amico fino a farlo sentire libero di lasciarsi andare.

Ne esce un disco profondamente autobiografico, la storia di un uomo leggendario che ha sempre vissuto solo secondo i propri dettami. Per alcuni uno sciamano, per altri un genio, secondo altri ancora semplicemente un matto.

Rainford mischia coordinate geografiche e visioni, dolori e trionfi, viaggio e staticità; è un flusso di coscienza, in tono mistico, che raggiunge il suo apice nella conclusiva Autobiography Of The Upsetter.

Insomma, Lee “Scratch” Perry è vivo e vegeto e lunga vita a lui. In qualunque nuova avventura decida d’ora in poi di gettarsi, Rainford rimarrà il suo toccante testamento spirituale.