Impossibile ripensare al 1998 senza If You Tolerate This Your Children Will Be Next che saturava le radio e la programmazione di MTV, con un video inquietante di sterili manichini dalle fattezze (troppo) umane, privati di occhi e bocche.
Fu il primo singolo dei Manic Street Preachers a finire in cima alle classifiche e This Is My Truth Tell Me Yours – titolo preso in prestito da un discorso di Aneurin Bevan, politico laburista gallese dell’immediato dopoguerra – vendette oltre cinque milioni di copie in un anno.
Hit perfetta, profezia realizzata («the future teaches you to be alone»: eccoci qui, vent’anni più tardi), ma chissà in quanti di coloro che la consumarono (o sopportarono) avrebbero saputo dire cosa andavano cercando Bradfield, Wire e Moore con quel titolo/refrain così lungo: era lo slogan con cui i repubblicani inglesi esortavano i loro compatrioti ad unirsi alla resistenza spagnola per combattere Franco, e probabilmente i Manics detengono tutt’ora una specie di record per aver portato alle masse – più di chiunque altro, persino dei Clash – riferimenti e tematiche letterarie, politiche ed ideologiche.
Il salto di This Is My Truth Tell Me Yours dal suo predecessore è evidente: il successo raccolto con Everything Must Go fu immediatamente messo a frutto per comporre un album musicalmente ambizioso, animato un arsenale di strumenti che va molto oltre il consueto (ed oltre le già note orchestrazioni arrangiate da Mike Hedges), fondendo chitarra/basso/batteria con sitar elettrici, organi, tambura, violoncelli, pianoforti elettrici di ogni tipo.
L’esito è vario e affascinante, ma rende l’ascolto via via più difficoltoso superata Tzunami (che è la traccia 5 e occorre arrivare fino alla 13), perché questa produzione molto meno essenziale che in passato mal si sposa con la lunghezza dei brani e con l’assenza di ritmi particolarmente vivaci. L’effetto è estenuante e claustrofobico, il cielo azzurro in copertina pare più un’invocazione che un’ambientazione.
Tre anni più tardi, con Know Your Enemy, i Manic Street Preachers faranno piazza pulita e torneranno all’essenziale (con risultati comunque non eccelsi), ma questo è anche il momento in cui spostano il baricentro dall’esistenzialismo politico al personale; le liriche – opera interamente di Nicky Wire – raccontano ossessioni, isolamento e dolore in modo e misura rimasta inedita nell’edonismo della seconda metà degli anni ’90.
This Is My Truth Tell Me Yours potrà non essere il miglior album dei Manics, ma è il vero primo passo senza Richey Edwards ed una rivendicazione di se stessi tanto prepotente quanto sorprendentemente tetra.
Impossibile ripensare al 1998 senza If You Tolerate This Your Children Will Be Next che saturava le radio e la programmazione di MTV, con un video inquietante di sterili manichini dalle fattezze (troppo) umane, privati di occhi e bocche.
Fu il primo singolo dei Manic Street Preachers a finire in cima alle classifiche e This Is My Truth Tell Me Yours – titolo preso in prestito da un discorso di Aneurin Bevan, politico laburista gallese dell’immediato dopoguerra – vendette oltre cinque milioni di copie in un anno.
Hit perfetta, profezia realizzata («the future teaches you to be alone»: eccoci qui, vent’anni più tardi), ma chissà in quanti di coloro che la consumarono (o sopportarono) avrebbero saputo dire cosa andavano cercando Bradfield, Wire e Moore con quel titolo/refrain così lungo: era lo slogan con cui i repubblicani inglesi esortavano i loro compatrioti ad unirsi alla resistenza spagnola per combattere Franco, e probabilmente i Manics detengono tutt’ora una specie di record per aver portato alle masse – più di chiunque altro, persino dei Clash – riferimenti e tematiche letterarie, politiche ed ideologiche.
Il salto di This Is My Truth Tell Me Yours dal suo predecessore è evidente: il successo raccolto con Everything Must Go fu immediatamente messo a frutto per comporre un album musicalmente ambizioso, animato un arsenale di strumenti che va molto oltre il consueto (ed oltre le già note orchestrazioni arrangiate da Mike Hedges), fondendo chitarra/basso/batteria con sitar elettrici, organi, tambura, violoncelli, pianoforti elettrici di ogni tipo.
L’esito è vario e affascinante, ma rende l’ascolto via via più difficoltoso superata Tzunami (che è la traccia 5 e occorre arrivare fino alla 13), perché questa produzione molto meno essenziale che in passato mal si sposa con la lunghezza dei brani e con l’assenza di ritmi particolarmente vivaci. L’effetto è estenuante e claustrofobico, il cielo azzurro in copertina pare più un’invocazione che un’ambientazione.
Tre anni più tardi, con Know Your Enemy, i Manic Street Preachers faranno piazza pulita e torneranno all’essenziale (con risultati comunque non eccelsi), ma questo è anche il momento in cui spostano il baricentro dall’esistenzialismo politico al personale; le liriche – opera interamente di Nicky Wire – raccontano ossessioni, isolamento e dolore in modo e misura rimasta inedita nell’edonismo della seconda metà degli anni ’90.
This Is My Truth Tell Me Yours potrà non essere il miglior album dei Manics, ma è il vero primo passo senza Richey Edwards ed una rivendicazione di se stessi tanto prepotente quanto sorprendentemente tetra.