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Miles Kane – Colour Of The Trap

miles-kane-cover-300x300Miles Kane ne ha fatta di strada da quando guidava i The Rascals (chiunque fossero costoro).

Il punto di svolta è stato sicuramente aprire i concerti degli Arctic Monkeys, e arrivare vicino ad Alex Turner tanto da diventarne spirito affine e mettere su insieme i sorprendenti (e fortunati) Last Shadow Puppets. Da lì al debutto solista è stato un passo, dato che il ragazzo ha abbastanza talento da brillare di luce propria.

Colour Of The Trap è anzitutto un album maturo, concepito da un ventiquattrenne che maneggia sicuro i canoni della quintessenza brit-rock. E non rientra certamente nel recente revival anni ’90: Miles Kane guarda venti/trent’anni più indietro (in fondo era prevedibile, ed ecco perché ultimamente se la spassa con i Beady Eye).

Allora tutto nel frullatore con grande personalità (come dimostra la foto di copertina, il ragazzo ne ha.. ma la scelta è molto D&G e poco R’n’R): dalle chitarre psicolennoniane (Better Left Invisible) al girl pop sbarazzino (Quicksand, che porta anche la firma di Gruff Rhys ed è la migliore del lotto), ai duetti quasi sensuali (Happenstance, con Clémence Poésy), senza tralasciare qualcosa che forse era destinato al nuovo disco a firma Last Shadow Puppets (Take The Night From Me). Su My Fantasy la presenza vocale di Noel Gallagher sfida l’ascoltatore più attento.

Direte voi: si torna sempre lì, ai mitici ’60, al massimo ’70. Beh, meglio degli ’80. Ma è questione di stile.

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