Dischi

Parquet Courts – Human Performance

RTRAD810LPjkt_ntUn suono più compatto e distinto rispetto ai precedenti (ottimi) lavori –  o più ruffiano, se credete,  perché angoli ed intemperanze ne escono un po’ smussati – accresce la resa e l’efficacia dei Parquet Courts. E così Human Performance, per tematiche ed esecuzione, pare uscire dai tanto abusati scantinati dei Pavement e abbracciare una tradizione arty tipicamente newyorkese (i nomi sono quelli, giganteschi: Velvet Underground, Television, Talking Heads, Sonic Youth)  che arriva però a lambire tendenze post d’oltre manica (Wire, Magazine).

Ed è significativo che nel tracciare l’albero genealogico di questo quartetto texano (ormai stabilito nella Grande Mela, non a caso) sia necessario andare tanto distante, (fortunatamente) saltando gli anni zero (e quasi del tutto i ’90): nel panorama attuale non hanno eguali ed anche qualcosa che potrebbe apparire  più che altro un divertissement (Berlin Got Blurry) – con il suo ritmo tex-mex ed il basso irresistibile – porta oggi con sé un dinamismo ansiogeno privo di ogni frivolezza («it feels so effortless to be a stringer but feeling foreign is such a lonely habit / you can’t drop yourself out of a picture / you’re out of focus but still framed inside…»).

E’ bellissimo avere a che fare con una band obliqua (ma) capace di vivere in pieno la propria ambizione; human performance è in sé un concetto perfettamente azzeccato, che ha a che fare con la pressione e le aspettative dall’attuale vivere sociale; la parcellizzazione dell’individuo imposta dal una frattura tra essere ed apparire, tra fare e voler fare, tra adesione ed azione, in una realtà fugace – in perenne overload di stimoli – che accumula tutto come polvere e pretende un suo prezzo in termini di lucidità, posacenere colmi, alcolici consumati, relazioni sbriciolate.

Human Performance non offre alcuna diretta via d’uscita da questo casino indomito, però pare che i Parquet Courts vogliano ricordarci – avendolo sperimentato loro stessi – che l’arte non è solo un altro stimolo da accumulare, ma anche un rimedio pratico ad un’esistenza quotidiana: agire e non lasciarsi andare, agire e non rimandare, agire e non solo pensare di poterlo (doverlo) fare, rimanendo inermi sino alla brutale presa di coscienza che potrebbe ormai essere troppo tardi.