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Passion Pit – Gossamer

passion_pit_gossamerNon ho ascoltato il precedente Manners, né peraltro ho intenzione di farlo. Per me, anche se i Passion Pit non avessero avuto tutta quell’esposizione al debutto, sarebbe ok lo stesso: Gossamer è pienamente sufficiente a giustificare quanto avevo letto di buono all’epoca (2009).

E questo anzitutto perché contiene almeno 5 brani che fanno saltare sulla sedia (Gossamer, I’ll Be Alright, Carried Away, Constant Conversation – tutte lì all’inizio, a forzare sul repeat – e It’s Not My Fault, I’m Happy), ed il resto è ben lungi dal poter essere qualificato come riempitivo.

Sì, è roba da dancefloor, musica costruita in cameretta con cascate di sintetizzatori e vagonate di tastiere, ma pensata per richiamare l’attenzione anche del più distratto. E comunque non si discosta molto dal cliché indie-modaiolo di questi anni, anche se a dirla tutta è diffile trovare in giro melodie tanto gloriose e dinamitarde.

Spesso, i Passion Pit vincono a mani basse al secondo giro, quando smetti di pensare che sia tutto lì, che siano belli-e-basta (o meglio: furbetti e accattivanti) perché scavi un po’ dietro quella cascata di beat e mossette da american apparel e ti chiedi: che stanno dicendo? Possibile che ci siano così tante parole diverse su dei brani del genere, che sembrano confezionati ad hoc per fottersene? Vuoi vedere che qualcosa da raccontare ce l’hanno?

Sì. La title track, ad esempio, è una storia d’amore e famiglia i tempi dei mutui subprime; anzi sembra un monito su come molti personaggi delle canzoni di Springsteen, ormai adulti, potrebbero finire di questi tempi: portati in alto dalla tenacia, da un sogno, e rovinati dall’orgoglio (e da investimenti sbagliati).

Ma in generale, a prestare orecchio, tutto questo album sembra zeppo di gente che segue il tunnel inseguendo la luce, senza rendersi conto che si sta scavando la fossa. O forse, è semplicemente la disillusione a prendere il sopravvento.

Il segreto è tutto lì: non sembra, ma Grossamer parla alle menti sveglie più che ai piedi svelti.

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