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Peter Hook – Joy Division: Tutta La Storia

Eravamo appena entrati sulla M5 quando ho iniziato a sentirmi stanco. Terry russava accanto a me e non vedevo più Steve nello specchietto. Di colpo ho sentito un botto fortissimo e il furgone ha fatto un balzo in avanti così potente che ho picchiato la testa contro il divisorio e per un attimo ho visto le stelle. Ho avuto la vaga impressione che il carburatore si fosse liberato, visto che la velocità era aumentata all’improvviso. Contemporaneamente, il furgone girava e io sentivo dolore. E le ruote stridevano. Dovevo essere frastornato, perché quando mi si è schiarita la visuale eravamo sulla corsia d’emergenza, nella direzione giusta, e ho pensato di sognare perché un camion di dodici metri stava scivolando lungo l’autostrada, di traverso, con le ruote che stridevano e poi si è fermato proprio in mezzo alla strada, bloccando tutte e tre le corsie. Poi ho visto Ian Curtis che correva lungo l’autostrada dietro un tamburo che rotolava via – un tamburo che avrebbe dovuto essere nel retro del mio furgone […]. È stato solo il mattino dopo che mi sono reso conto di quello che era successo: il furgone era andato. Finito. Non esisteva più. Non lo avrei più guidato. Da lì in poi Terry, Twinny o Dave Pils hanno guidato un furgone preso a noleggio, e ogni sera dopo il concerto andavo a fare baldoria al bar con il resto della band, a bere e ad abbordare le ragazze. Da un lato era assolutamente meraviglioso. Dall’altro, è finita che sono diventato un alcolizzato.

Peter Hook racconta la storia dei Joy Division con un taglio che è insieme appassionante e drammatico.

Sin dalle prime pagine di Joy Division: Tutta La Storia (titolo originale, non a caso, Unknown Pleasures – Inside Joy Division), sembra di essere parte della band e più in particolare di vivere tutto in prima persona nella irriverente prospettiva dell’autore: dal primo approccio con il basso all’incontro con quelli che sarebbero diventati i suoi compagni di avventura, dal primo concerto dei Sex Pistols a Manchester al suicidio di Ian Curtis, fino alle frecciate di Hook nei confronti di Bernard Sumner sin dal giorno zero.

Un libro, insomma, che vale oro anche solo per lo stile narrativo e le informazioni dettagliate che contiene, inclusa una accurata cronologia degli eventi ed il racconto traccia per traccia di Unknown Pleasures e Closer.

Ci sono, ovviamente, ulteriori aspetti che rendono Joy Division: Tutta La Storia una lettura imprescindibile: il fatto che possa essere visto, nella sua essenza, come una sorta di manuale del do it yourself (e in alcuni casi eclatanti, come la storia dell’EP An Ideal For Living, di come non fare da sé); il fatto che attraverso questa storia si comprenda davvero come il punk sia stato qualcosa di estremamente innovativo soprattutto nell’approccio al music business piuttosto che dal punto di vista sonoro; ancora una volta, il fatto che certe tragedie avvengono con disarmante banalità.

Ian Curtis era malato, ma ad ogni manifestazione del suo malessere lui e tutti coloro che lo circondavano (la sua band, la sua famiglia) sono puntualmente andati avanti; in altre parole hanno tutti lasciato, compreso il diretto interessato, presi com’erano da un altro tour, da un nuovo appuntamento, da doveri domestici o da problemi che sembravano più pressanti.

Peter Hook spazza via, forse per la prima volta e con brutale schiettezza, molte domande su cosa sia effettivamente accaduto; questa verità, messa nero su bianco da uno dei principali protagonisti  della vicenda è assolutamente disturbante.

Joy Division: Tutta La Storia, datato 2012, è pubblicato in Italia da Tsunami Edizioni.