Lo si era detto: Weather Diaries dimostrava che più i fasti del passato, i Ride stavano cercando un possibile futuro per i loro «unfinished sonic business».
La prima materializzazione di quel futuro è Tomorrow’s Shore(titolo rivelatore, in effetti), quattro tracce che da che parte le si prende poco importa: non fosse per la copertina con il logo stampigliato su, si faticherebbe a ricondurle a Bell, Gardener e soci.
Il suono è esattamente quello di un approdo, di quelli che arrivano alla fine di un lunghissimo viaggio, del momento in cui si ricomincia a sentire gli effetti della gravità nella consapevolezza che non sarà una condizione definitiva.
Erol Alkan sta spingendo i Ride verso universi che sembravano improbabili fino a poco fa, li sta sfidando a testare i loro limiti ed il risultato sono questi minuti in cui la sezione ritmica è sempre incalzante e i tempi delle fughe sono dettati, più che dalle chitarre, da riverberi eterei, sintetizzatori discreti, pulsazioni cosmiche.
Pulsar e Catch You Dreaming spiccano ma è l’insieme – pur breve – a portare con sé un eccitante margine di incertezza.
Lo si era detto: Weather Diaries dimostrava che più i fasti del passato, i Ride stavano cercando un possibile futuro per i loro «unfinished sonic business».
La prima materializzazione di quel futuro è Tomorrow’s Shore (titolo rivelatore, in effetti), quattro tracce che da che parte le si prende poco importa: non fosse per la copertina con il logo stampigliato su, si faticherebbe a ricondurle a Bell, Gardener e soci.
Il suono è esattamente quello di un approdo, di quelli che arrivano alla fine di un lunghissimo viaggio, del momento in cui si ricomincia a sentire gli effetti della gravità nella consapevolezza che non sarà una condizione definitiva.
Erol Alkan sta spingendo i Ride verso universi che sembravano improbabili fino a poco fa, li sta sfidando a testare i loro limiti ed il risultato sono questi minuti in cui la sezione ritmica è sempre incalzante e i tempi delle fughe sono dettati, più che dalle chitarre, da riverberi eterei, sintetizzatori discreti, pulsazioni cosmiche.
Pulsar e Catch You Dreaming spiccano ma è l’insieme – pur breve – a portare con sé un eccitante margine di incertezza.