Dischi

Rod Stewart – Blondes Have More Fun

Di tutte le possibili versioni di Rod Stewart, quella di Blondes Have More Fun passa per la più caricaturale: zazzera bionda, sguardo malandrino, bruna leopardata (letteralmente) a portata di mano ed una hit di quelle che tanto nel 1978 persino i Rolling Stones si erano dati alla cassa in quattro quarti, perché mai lui avrebbe dovuto astenersi?

Da Ya Think I’m Sexy vendette oltre tre milioni di copie solo tra Inghilterra, Stati Uniti e Francia e secondo Rolling Stone sta oggi tra i migliori 500 brani di tutti i tempi. Contribuì a spazzare via definitivamente l’immagine di Rod The Mod in favore di Rod lo sciupafemmine di mezz’età (?) ed è quasi difficile pensare ad una canzone più improbabile da suonare in occasione dell’assemblea generale dell’ONU, ma è quello che accadde nel gennaio 1979, con Rod che aveva comunque devoluto tutte le royalties proprio alle Nazioni Unite.

Va detto che Da Ya Think I’m Sexy – tutt’ora formalmente uscita della sua penna, nonostante sia frutto di ben due plagi (Taj Mahal di Jorge Ben Jor e (If You Want My Love) Put Something Down On It di Bobby Womack) – è più o meno l’unica vera ragione per cui ricordare Blondes Have More Fun: la disco music fa capolino solo in un’altra occasione (la rilettura di Standin’ In The Shadows Of Love dei Four Tops) e per il resto l’album veleggia monotematico tra dissolutezze carnali e inevitabili ricadute emotive, spesso dimenticabili.

Dirty Weekend è You’re So Rude ambientata anni dopo quando finalmente i due amanti posso permettersi ben più di un caminetto accesso davanti al quale consumare i loro desideri; Ain’t Love A Bitch (certamente da conservare) è una passeggiata frizzante e malinconica sul viale dei ricordi in compagnia di Maggie, la donna che folgorò il diciassettenne Rod Stewart e che gli insegnò una cosa o due sull’amore; Attractive Female Wanted svela intenzioni più serie di quelle che il suo titolo potrebbe lasciare intendere, ma è immediatamente contraddetta dalla title-track, che sculetta a ritmo di southern jive.

Che tra i due umori prevalga quello più mesto lo dice, in chiusura, la drammatica Scarred And Scared; pur se ben lontana dalle sue migliori cose, svela che Rod Stewart è probabilmente il prototipo del seduttore seriale che la mattina dopo si trova a fare i conti con la vita uscendone sconfitto. O forse è questa è solo l’impressione che voleva dare lui per passare alla sua prossima conquista.