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Roxy Music – Avalon

Roxy_Music-Avalon-Frontal-590x590«I could feeeeeeeeeel at the time, there was nooo way of knowing…» – chi non ricorda la stonatissima performance al karaoke di Bill Murray in Lost In Translation su More Than This?

Ecco, More Than This apre Avalon, che è uno dei dischi più eleganti di sempre. Elegante e magnetico, come una splendida ragazza upper class fasciata in uno sciccosissimo vestito da cocktail. Una bellezza tale che quasi mette e in soggezione.

È l’ultimo album dei Roxy Music (1982): Brian Ferry, Phil Manzanera e gli altri si lasciano alle spalle definitivamente l’art rock degli esordi e virano decisi verso un pop adulto e notturno, aprendo la strada al movimento new romantic che prenderà piede di lì a poco.

Registrato (soprattutto) alle Bahamas con un approccio sperimentale degno della migliore etica di Brian Eno (nonostante se lo fossero da tempo lasciato alle spalle), è tutt’altro che un disco solare; già dall’artwork evoca un viaggio misterioso e quasi mistico: quello di Artù verso Avalon, appunto.

Ferry, col suo piglio da crooner, ondeggia in questo panorama da commiato: amori che non ha più senso tenere in piedi (The Space Between), feste finite e cocci da rimettere insieme (Avalon), nuove albe e orizzonti ancora lontani (While My Heart Is Still Beating). Su More Than This la sua voce scompare lasciandosi alle spalle una lunga coda fumosa dominata dai sintetizzatori e dalla chitarra (minimale e perfetta) di Manzanera.

La cosa che stupisce di più di Avalon è il fatto che, per quanto composto e lussureggiante, sia incredibilmente coinvolgente. Basti pensare all’intro magniloquente di Take A Chance With Me, che si dissolve per fare spazio ad una contagiosa hit synth pop da mandare a memoria, o alla successiva To Turn You On, soffusa dall’inizio alla fine, con un refrain che è puro languore (spring summer, whenever / winter thru fall / I’d do anything to turn you on).

Altrove i Roxy Music si perdono in digressioni strumentali (India, Tara), che non fanno altro che accentuare quel senso di confortevole mistero che questo album ancora riesce a trasmettere.

Avalon è la prefetta colonna sonora dell’attesa consapevole del naufragio, il disco che potrebbe essere suonato prima che l’acqua gelida ricopra tutto quello che fino ad un momento prima era vita. Compresa la ragazza upper class, impeccabile nel sue vestito da cocktail fino alla fine.

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