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Röyksopp & Robyn – Do It Again

royksopp_robyn_do_it_againI Röyksopp e Robyn si erano incontrati a Bergen nel 2007 e avevano già collaborato ai tempi di Junior, datato 2009; quella traccia, The Girl And The Robot, era una delle migliori del lotto.

Qui siamo di fronte ad un progetto più esteso, un intero EP (e pure consistente, ben 36′) scritto e suonato in totale libertà: Do It Again prende vita da un’ispirazione multiforme.

La title track sfoggia un eccitante e sudaticcio ritmo da club, perfetto per l’estate (un hook del tutto accidentale, dicono loro), e inneggia all’agire sconsiderato ma consapevole: nella sua versione video si trasforma in un mini film chiamato Our Hearts e diretto da Martin De Thurah , già a lavoro con Feist, Fever Ray e James Blake.

Altrove l’ispirazione si fa più profonda (o pretenziosa? È comunque pop music): Monument – la traccia più risalente di Do It Again – è una riflessione sul significato della materialità delle opere di Juliana Cerqueira Leite; nei suoi 9′ abbondanti si trascina dall’intro rarefatto attraverso un battito scandito che non diventa mai euforico per poi sfumare lunghissima su atmosfere di sax che fanno tanto Roxy Music.

Succede molto in questo ep: si va dall’eccitazione ignorante di Sayit a momenti decisamente più profondi (Every Little Thing) e si chiude con i quasi 10′ di Inside The Idle Hour Club che sono pura, sfinita, rarefazione.

Nulla riporterà i Röyksopp alla perfezione (un po’ datata) di Melody A.M., ma certo l’incontro con Robyn ha fatto uscire il duo dal limbo di insignificanza in cui si stavano agitando da un po’.  E loro (tre) per primi hanno trovato Do It Again così eccitante da farlo diventare un tour estivo scintillante (e che da noi non arriverà).

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