Appunti

Sonicamerica

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Al curricum di Guido Harari non ci si sta dietro. Sono così tanti quelli che ha piazzato dietro l’obiettivo della sua macchina fotografica, o di cui ha scritto, o, ancora, per i quali ha realizzato artwork, che si fa prima a dire un nome a caso: c’è.
Denominatore comune: tutta gente che più o meno ci sognamo di notte.

guido-harari-sonicamericaE così, due passi dentro lo showroom milanese di Environment sembra che ci siano tutti i miti che contano, e sono lì a guardarci dalle pareti.

Siano sfatti e stanchi come Patti Smith sul pavimento di questo salone (una volta) sfarzoso, oppure riversi e sorridenti come Slash, o ancora, colti nell’attimo di sollevare la chitarra verso la folla (Springsteen), o di malcelare il pisello dietro il basso (Flea, manco a dirlo), Harari li congela in un attimo che pare irripetibile.

 

E così, Iggy è una specie di Hulk schizoide, e Dylan appare dal buio e ci interroga con lo sguardo sornione, mentre i R.E.M. si mettono in posa un secondo prima della consacrazione definitiva; Lou Reed è un tutt’uno con la sua chitarra.

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Quindi il consiglio è di fare un salto allo showroom Environment a Milano (via Sacchi n. 5, zona Brera), fino al 20 novembre: l’ingresso è gratuito. Però, per chi poi ha non solo occhi, ma anche portafoglio (e ben fondo), tutte le fotografie sono in vendita in vari formati.

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