Gli Spectrals sono in verità il solo Louis Jones.
E chi è Louis Jones? Un ventunenne inglese (inconfondibile l’accento), uno con una chioma rossiccia,uno che ha preso All The Single Ladies e l’ha ribaltata (Peppermint), uno abbastanza bravo da passare dalla sua cameretta alla Wichita Recordings, che dopo avere ascoltato i suoi ep decide di prenderlo sotto la propria ala protettrice.
Questo debutto, Bad Penny, è prodotto da Richard Formby che già ha messo le mani sui Wild Beasts rendendoli (a detta di molti) una delle band dell’anno.
Lui, Spectrals, parla d’amore e solo d’amore. Lo fa con gusto retrò, nascondendo la sua voce nel mix tra riverberi e chitarre elettriche, in modo che saltino subito in mente nomi come Elvis Costello, Style Council, Phil Spector, ma anche i coevi Girls.
Louis Jones scrive e registra ogni strumento (tranne la batteria, affidata al fratello Will), e se ne esce con questo mix di pop e soul da scantinato che suona attualissimo, breve e delicato, tanto che alla fine abbiamo tra le mani solo ventinove minuti da mettere in loop, per tornare a sentirci giovanotti sfighelli piantati in asso. Sì, ma con un gran gusto.
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