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Spiritualized – Sweet Heart Sweet Light

Spiritualized-Sweet-Heart-Sweet-Light-608x608-300x300Sweet Heart Sweet Light si apre come un musical: Huh? è il respiro trasognato di un angelo, un secondo prima di cadere in abissi di perdizione.

I successivi dieci minuti di Hey Jane sono infatti un’odissea degna dei Velvet Underground, e lo stesso si può dire di Headin’ For The Top Now, serratissima, in cui entra un coro giusto in tempo perché la traccia si smaterializzi ruggendo via in una nuvola di feedback.

La poetica degli Spiritualized è immutata: peccato – redenzione – amore – fuoco – dolore – donne – gesù – incoscienza – sopravvivenza. Più in generale, nelle canzoni di Jason Pierce si può sempre rintracciare quell’indole da falena, quell’avvicinarsi alla luce consapevoli che si si scotterà (tanto), ma è così dannatamente attraente che è impossibile farne a meno («my mama said when she got so concerned / don’t play with fire and you’ll never get burned / don’t touch the flame and you’ll never find out / my mama said that’s what love’s all about»).

Sotto questo aspetto, Sweet Heart Sweet Light non arretra di un millimetro rispetto ai lavori precedenti. Anzi Pierce – che ha come al solito ha messo seriamente a rischio la propria incolumità fisica per finire il disco (stavolta un problema legato al fegato) – pare accentuare qui la sua ricerca di una direzione, perso in quella che lui stesso ha definito la sua mezza età («Jesus won’t you be my radio / broadcast directions where I’ve got to go..»: così si apre Life Is A Problem).

In verità pare più che altro che questa mezza età abbia fatto scoprire agli Spiritualized  il gusto per il pop, e che questo disco sia costruito attorno al gusto per gli arrangiamenti tipico di Bacharach (nulla che ne ricordi le gloriose melodie, comunque) piuttosto che sul blues del delta del Mississippi. Sull’intimità, piuttosto che sulla spavalderia; sulla purificazione piuttosto che sulla autoindulgenza.

A 48″ dall’inizio dell’ultima traccia, prima che So Long You Pretty Thing (capolavoro) parta davvero, tutto tace. C’è solo, sola, per un attimo, la risata di un bambino in una giornata di sole.

E allora viene da pensare che Sweet Heart Sweet Light altro non sia che uno sguardo adulto rivolto verso l’innocenza. Rivolto verso la purezza, e carico di pacata disillusione.

2 comments on “Spiritualized – Sweet Heart Sweet Light

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