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Stateless – Matilda

stateless-matilda-300x300Un ep per la Sony nel 2005. Nel 2007 l’esordio con la !k7 e diffusi apprezzamenti per un pop malinconico venato d’elettronica di pregevole fattura, che a molti ha ricordato certi Radiohead. Poi silenzio.

Quattro anni dopo rieccoli, gli Stateless da Leeds. E qualcosa è cambiato. Pubblica la Ninja Tune. C’è molta più elettronica e meno melodia. Molte contaminazioni, anche orientaleggianti (Ariel, Assassination, I Shall Not Complain), e una sezione ritmica decisamente più marcata e massiccia. Uno stile più vario che all’esordio ma forse meno preciso, meno inquadrabile. Una produzione che a tratti sembra più ammiccante e plastificata.

La dolcezza del passato si scorge a tratti nella seconda parte del disco, in particolare nell’intenso ed epico duetto di I’m On Fire (ospite Shara Worden alias My Brightest Diamond) e grazie al triplice contributo dei violini del Balanescu Quartet, a dire il vero mortificato dall’accostamento con una ritmica esageratamente spigolosa (Song For The Outsider), difetto già palesato ai tempi di The Language.

La title track Matilda compare solo se si acquista la versione digitale del disco. L’intero lavoro  è stato pubblicato in doppio Cd (o Lp): nel secondo si trova la versione interamente strumentale dell’album. Idea interessante, ma la voce di Chris James resta uno degli elementi portanti del progetto ed escluderla è un peccato.

L’impressione è che questo secondo disco sia un po’ confuso, che intraprenda più percorsi alla ricerca di un’identità precisa. Gli spunti non mancano, ma l’insieme non convince. Uno studio sul contrasto, sull’accostamento fra ruvido e delicato, certamente ambizioso ma che pare incompiuto.

Sembra una conferma il video del primo singolo Ariel. Elegante e suggestivo, ma distante dalla completa quadratura.

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