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Steelwing – Zone Of Alienation

Steelwing-Zone-Of-Alienation-300x300Nella geografia del metal, genere diffuso indistintamente ad ogni latitudine, i paesi scandinavi ricoprono un ruolo di primissimo piano nella produzione, diffusione e crescita di varianti quali il black e il death.

Può quindi sorprendere l’imbattersi in una band come gli svedesi Steelwing. Zone Of Alienation, il loro secondo album dopo Lord Of The Wasteland del 2010, è infatti una fedele riproposizione del modello NWOBHM.

Se si esclude il basso solista alla Steve Harris, c’è davvero tutto. Voce maschia ma capace di acuti vertiginosi, cori epici, chitarre ruggenti e talentuose, batteria incessante. Capelli lunghi e (imbarazzanti) abiti di pelle.

Come da tradizione del genere, la tracklist è una cavalcata a perdifiato. Si prendano ad esempio Solar Wind Riders, Tokkotai (Wind Of Fury), The Running Man e, su tutte, Hit’em Hard, demo del 2010 incluso come traccia bonus. Non manca nemmeno l’immaginario distopico di contorno: il concept qui è un’invasione aliena.

Iron Maiden, Judas Priest, Saxon, W.A.S.P.: se i loro album non vi bastassero, troverete in questo disco qualcosa di nuovo (o di vecchio?) e meritevole.

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