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Stereolab – Emperor Tomato Ketchup

emperor_tomato_ketchup_stereolabNel 1996 gli Stereolab ebbero gioco facile nel distinguersi da tutta quella massa di gente che, brandendo più o meno a caso una chitarra, era finita in classifica (britpop).

Superato il blocco dello scrittore, presero in prestito il titolo di un oscuro film giapponese del 1971, scelsero di affidare la produzione a John McEntire (Tortoise) e Jim O’Rourke, e con Emperor Tomato Ketchup partirono alla ricerca di un suono tanto mitteleuropeo quanto alieno al contesto commerciale del momento, accompagnando il tutto con una copertina assurda che rimane ad oggi tra le più riconoscibili del decennio.

Questo quarto album di studio (a latere ci sarebbero pagine e pagine da spendere su una discografia fatta da una miriade di singoli/ep/7″/collaborazioni varie ed eventuali) raccolse il plauso della critica (inevitabile leggerlo anche come un sano antidoto alle mode del momento) e un ottimo successo di pubblico.

Non scontato, visto che con Emperor Tomato Ketchup gli Stereolab scardinarono il loro suono e lo fecero volare via verso una indefinita terra dreamy fatta di suggestioni soniche, riverberi krautrock ed espressionismi transalpini.

Della band che aveva accarezzato la popolarità con French Disko rimase ben poco, giusto giusto The Noise Of Carpet e qualche chitarra qua e là; i loro minimalismi iniziarono a sovrapporsi e rincorrersi verso nuovi orizzonti: per quanto docili (Monstre Sacre) o apparentemente sconclusionati (Metronomic Underground) potessero essere, tendevano ora ad un’avanguardia pop frammentaria ed affascinante.

È il motivo per cui il primo impatto con Emperor Tomato Ketchup può essere ancora oggi faticoso, pure se la sua essenza è ormai ovunque: la minuziosità di ogni dettaglio, asservita ad uno schema più grande, rischia di distrarre e confondere.

Ma si rivelerà un album tutt’altro che inaccessibile, perché nulla della giocosità intellettualoide degli Stereolab suona freddo o distaccato; piuttosto, si tratta di un confortevole abbraccio incasinato e sincero.