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Stone Foundation – Everybody, Anyone

Gli Stone Foundation cavalcano l’onda della collaborazione con Paul Weller – che ha portato l’ottimo Street Rituals appena l’anno scorso – e dopo aver anche documentato la loro incessante attività dal vivo in Live Rituals danno ora alle stampe questo Everybody, Anyone.

Ma è un album tutt’altro che frettoloso, anzi; è ambizioso nel suo cercare sempre l’atmosfera, senza cedere alla tentazione dell’easy listening: il primo brano credibile per l’airplay arriva quasi a metà (Next Time Around), preceduto da una serie di tracce che per durata e coesione sembrano voler formare quasi una suite.

Il modello, ben evidente, è da ricercare da What’s Going On in giù: anche dove gli Stone Foundation suonano come un aggiornamento degli Style Council (Standing On The Top) all’immediatezza di questi preferiscono oggi la loro visione umorale degli stilemi funk, soul e r&b e così Everybody, Anyone rappresenta perfettamente la volontà di mettere la performance al centro del loro stile.

Lo dimostra anche il fatto che nessuna delle collaborazioni rischia davvero di rubare la scena, pur se le voci di Kathryn Williams (Don’t Walk Away) e Hamish Stuart (Only You Can) suonano assolutamente essenziali nelle intenzioni della band; prevale piuttosto la curiosità di sapere che  dietro le quinte si nascondono proprio i tre Style Council (Weller – Mick Talbot – Steve White), per la prima volta sullo stesso disco dal loro canto del cigno (Confessions Of A Pop Group o il postumo Modernism: A New Decade, scegliete voi).

Gli Stone Foundation, insomma, stanno imparando a camminare da soli e sulla via giusta; la sensazione – al netto della voce di Neil Jones, che sembra sempre più ruvida di quello che ci si aspetterebbe di fronte a certe morbidezze – è che non siano ancora al massimo del loro potenziale.